Il presidente nazionale del PD Orfini chiude la campagna referendaria nelle Marche: “Dalla vittoria del no non può nascere una sinistra più forte”. La chiamata a votare sì arriva anche dal segretario regionale del PD, Francesco Comi: “Il referendum è un’occasione per la classe dirigente di dimostrare il proprio coraggio”.

Un appello a votare “sì” lanciato con calma, chiarezza e decisione. I tratti che da sempre lo contraddistinguono. È quello del presidente nazionale del Partito Democratico, Matteo Orfini, arrivato nelle Marche per chiudere il tour della campagna referendaria in vista del voto di domenica 4 dicembre e fermatosi ad Ancona, nella sede regionale del PD Marche, per un incontro con la stampa. Ad accompagnarlo, il segretario ed il presidente del partito marchigiano, Francesco Comi e Stefano Stracci.

La convinzione e la determinatezza di Orfini emergono fin dalle prime battute. “In queste ultime sette ore e mezzo prima del silenzio – ha esordito – facciamo un giro per tutte le Marche, fino allo scadere della mezzanotte, per convincere quante più persone possibile a votare sì, per non sprecare nemmeno un minuto”. Una campagna referendaria lunga quindicimila chilometri, quella del presidente Orfini – come lui stesso ha ricordato – e che lo ha portato a chiuderla proprio nella nostra regione. Una campagna intensa, ma ricca di soddisfazione. “Questo è il nostro primo successo che rivendichiamo – ci tiene a sottolineare –. Non è vero che abbiamo diviso il Paese, lo abbiamo fatto discutere, di politica, di Costituzione, anche nei bar e questa è la prima risposta alla crisi della politica: è attraverso la discussione che si può rimettere in moto la passione dei cittadini per la politica. Mai come in questa occasione il Paese ha bisogno della vittoria del sì, ognuno di noi ha l’opportunità di scegliere per il proprio futuro”.

Il pensiero va quindi ai tanti anni spesi attendendo una riforma, senza vederla realizzare. E il nesso con il presente è immediato. “Questa riforma permette di ereditare le proposte che si sono susseguite nel percorso della sinistra riformista. È importante il sostegno al “sì” arrivato da Romano Prodi: è la dimostrazione che questa riforma è nel filone della storia riformista del centrosinistra”.

“Abbiamo passato mesi a dire che dovevamo fare una campagna referendaria basata sui contenuti della riforma – prosegue –, ora che gli italiani stanno iniziando a guardare al merito della proposta costituzionale, ad informarsi, sentiamo che le possibilità di vittoria del “sì” stanno crescendo: all’aumentare della consapevolezza del merito della riforma, cresce la possibilità di vittoria del sì”. Il merito, quindi. “Questa riforma semplifica i meccanismi, velocizza l’approvazione delle leggi, mette ordine al rapporto pasticciato di competenze tra Stato e Regioni. La politica finalmente potrà dare risposte ai cittadini nei tempi di cui hanno bisogno”. E ha ricordato come per arrivare alla recente approvazione della legge contro il caporalato siano stati necessari 350 giorni e 1200 per arrivare all’importante traguardo della legge sul “dopo di noi”. Il 4 dicembre, quindi, per Orfini, è l’occasione per “mettere il Paese nella condizione di funzionare meglio, per fare un passo avanti tutti insieme”.

La prospettiva si ampia, lo sguardo va all’Europa e oltreoceano. Ecco, dunque, che emerge anche la valenza politica del referendum. “Dopo l’avanzamento dei populismi, la Brexit, l’elezione di Donald Trump, la crescita dei consensi per Marine Le Pen, il rischio di vittoria della destra in Austria, chiamata a votare come noi il 4 dicembre, dobbiamo dimostrare che possiamo arginare i populismi e le destre, attraverso la partecipazione”. Un messaggio, quindi, a quella parte minoritaria della sinistra che si è schierata per il no. “L’idea che da una vittoria del no possa nascere una sinistra più forte è incomprensibile; quando vince la destra, non può vincere la sinistra”.

L’appello a votare “sì” passa anche dalle parole del segretario regionale del PD Marche, Francesco Comi. “Questo referendum è una grande occasione e una grande festa della democrazia – ha detto –, i cittadini hanno la possibilità di diventare costituenti e di partecipare alla riforma del Paese. Il nostro invito è rivolto ad esercitare questa opportunità, a svolgere questo compito insieme e a convincere i tanti che sono ancora indecisi che è importante partecipare ad un’occasione storica come questa”.

“Se guardo al passato – ha proseguito Comi –, in tanti anni, dal ’48 in poi, sono cambiate tantissime cose: sono cambiati la politica, i protagonisti, le regole, lo stile, il linguaggio, le priorità. Quasi tutto, eccetto il bisogno che la politica sia coraggio. Il coraggio è il tratto distintivo indispensabile di una classe dirigente: senza non è all’altezza della sfida. I più grandi cambiamenti li abbiamo ottenuti grazie al coraggio: è stato così per la scelta tra monarchia e Repubblica, per la costruzione di istituzioni democratiche, per la stesura della Costituzione. Oggi, questo referendum è una prova di coraggio per la classe dirigente del Paese. Siamo orgogliosi che il premier e la nostra classe dirigente abbiano vissuto questa sfida senza tatticismi o ambiguità, ma con grande coraggio”.

Quando si è ormai alla vigilia del voto, spazio anche per quelle che sono le sensazioni e gli umori sul territorio marchigiano. A testare il polso è il presidente del PD Marche, Stefano Stracci. “Da qualche giorno si respira anche nella nostra regione il sentimento per il “sì”. Pensiamo che se ci sarà una partecipazione alta alle urne, le ragioni del sì potranno prevalere. E il Presidente del Consiglio è stato davvero bravo a smontare, una ad una, tutte le strumentali ragioni del no”.

Un appello al voto a tutto tondo, quello lanciato dall’incontro con Orfini nella sede del PD delle Marche: appello alle donne, per tramite del Comitato Donne per il sì di Ancona, rappresentato dalla Presidente del PD di Ancona, Susanna Dini; appello ai giovani, grazie all’incitamento lanciato dall’esponente dei “Giovani CoraggioSi” di Ancona, Fabio Ragni; appello alle componenti religiose e straniere, già coinvolte nel corso della campagna, come ha ricordato il segretario del PD di Ancona, Giovanni Cardoni.

Presenti in conferenza anche l’organizzatore del PD Marche, Michele Crocetti, il senatore marchigiano PD, Francesco Verducci, il segretario della Federazione provinciale PD di Pesaro Urbino, Giovanni Gostoli e quello della federazione maceratese, Francesco Vitali, il cui pensiero inevitabilmente è andato alle zone e ai cittadini terremotati. Anche per loro il “sì” al referendum costituzionale è una grande opportunità.

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