Brexit: Comunque vada, l’Europa deve vivere, migliorare e prosperare.
Comunque vada, il mese di Giugno 2016 resterà per sempre nelle nostre memorie.
Non solo per gli Europei di calcio che si svolgono in una Francia paralizzata da scioperi per la protesta contro l’introduzione di una legge simile al Jobs Act di Matteo Renzi, per una Senna che non faceva capricci dal 1912, per l’attentato contro 2 coniugi membri delle forze dell’ordine.
Il mese di Giugno 2016 resterà per sempre nelle nostre memorie a causa degli attentati negli USA. 50 vittime: non serve più specificare di che orientamento sessuale fossero perché sono vittime e basta. Doppiamente vittime se poi apprendiamo che ci sono restrizioni per le donazioni di sangue, vincolate al proprio orientamento sessuale.
Il terrore continua. L’Occidente e l’Oriente affrontano insieme l’ISIS e il risultato sono attacchi isolati di disperati che spesso si rivelano essere già dei criminali di diritto comune o delle persone che hanno conti da regolare con la società.
In Italia, il mese di Giugno 2016 resterà nella nostra memoria perché si svolgeranno i ballottaggi per decidere i Sindaci di 6 grandi città capoluogo (Torino, Milano, Trieste, Bologna, Roma, Napoli). Ricordiamo “en passant” che (secondo i dati del Ministero dell’Interno) i ballottaggi riguardano 126 comuni sui circa 8.000 che conta l’Italia, per una popolazione di 10.143.745 abitanti su 65 milioni di italiani e 8.610.142 elettori. Non esistono eventuali “delegittimazioni” in queste condizioni o drammi vari. Poi se vogliamo dare peso ad una eventuale vittoria su questa o quell’altra città, allora questo è un’altra partita. Adesso la scelta tocca agli elettori.
Le vere partite stanno altrove e neanche quelle ci devono fermare dal riformare il nostro Paese, le sue istituzioni. Non dobbiamo smettere di dare uno scossone alla nostra classe dirigente, facendo le cose.
Ma il mese di Giugno graverà ancora di più sulla nostra memoria perché il conto alla rovescia per il voto sul Brexit è cominciato, nel sangue e nell’odio, con l’uccisione della deputata laburista Jo Cox da parte di un fanatico. Le nostre più sincere condoglianze sono rivolte alla famiglia, al suo partito e all’istituzione britannica a cui apparteneva.
La violenza cieca contro politici da parte di persone che pensano di poter cambiare il mondo a colpi di rivoltella e coltelli è uno scenario visto troppe volte in Europa e che in passato ha portato a gravi conseguenze.
Esiste un principio. Quello di riconoscere e di lavorare insieme affinché divergenze, diversità, discussioni, scelte, contrapposizioni e altri motivi di scontro non finiscano mai più sul campo di battaglia. Oggi, più che mai, bisogna ricordarlo. Ed è proprio sulla base di questa visione – della “risoluzione pacifica dei conflitti” – che si è formata l’Europa a Roma nel 1957.
E proprio a Roma nel 1956 – ricordiamolo sempre – la Gran Bretagna non c’era. Era impegnata ad uscire dalla sua condizione di Impero con l’India del Mahatma Ghandi che aveva acquisito l’indipendenza appena 10 anni prima, nel 1947. L’Impero, la voglia di tornare a dominare il mondo: proprio questo sospetto ci viene quando ascoltiamo chi è a favore dell’uscita, attaccando ormai apertamente “l’egemonia della Germania” e soprattutto se giornali come “The Sun”, con una tiratura quotidiana superiore ai 10 più grandi quotidiani italiani messi insieme, si schierano sull’uscita dall’UE.
Sarebbe un peccato se la Gran Bretagna uscisse dall’Unione Europea. Soprattutto per persone come Eugenio Scalfari che aveva 21 anni nel 1945. Perché lui, la sua generazione e quelle dopo hanno visto un’Europa nascere, allargarsi, fermarsi, e ripartire ancora, a seconda dei periodi storici. Sarebbe veramente un peccato, anche perché persone come Eugenio Scalfari immagino che vedano l’Europa come un paziente in terapia intensiva con un rischio di amputazione.
Da molto tempo si dice che l’Europa va modificata, cambiata, rivoluzionata, a seconda delle opinioni. Ma senza distruggerla.
Comunque vada per il Brexit, sarà una grande lezione. Per tutti. Una lezione per i Paesi fondatori e per quelli nuovi – soprattutto dell’Europa dell’Est – che sembra si siano dimenticati di sacrifici fatti dagli altri cittadini europei per portarli “a livello”.
Comunque vada per il Brexit, da Giugno 2016 niente sarà più, niente non può essere più, come prima.
E dire tutto questo non è seminare paura, è semplicemente evocare e ricordare i fatti.