Nel discorso di Theresa May nel quale viene finalmente spiegata la posizione del suo Governo sull’uscita dall’Unione Europea, abbiamo capito che la Gran Bretagna ha scelto l’Impero. Per chi avesse qualche dubbio, bastava leggere lo slogan “A Global Britain” (una Grande Bretagna Globale), che appariva nella sala stampa.
Ma la domanda sorge spontanea. Saranno l’insediamento tra qualche giorno e il sostegno della Brexit da parte di Donald Trump che hanno incoraggiato il Governo britannico a chiarire la sua posizione?
Forse. Ma queste cose non devono ingannare nessuno. Theresa May ha spiegato quello che desidera la Gran Bretagna e quello che è più degli altri paesi. Ha insistito sul fatto che la sua è la nazione la più multiculturale d’Europa, che ha un esercito molto forte, una intelligence molto performante, una rete diplomatica estesa ovunque nel mondo, un sistema finanziario capace di espandersi e che si vuole sfruttare per diventare un paladino del commercio, del liberismo, un campione mondiale del libero scambio.
Se abbiamo capito bene, la Gran Bretagna esce dall’Unione Europea per poter conquistare il mondo da un punto di vista commerciale “grazie ai vecchi e nuovi alleati”. Se intendono fare questo, o si deve reindustrializzare, come lo hanno fatto gli Stati Uniti, oppure il suo sistema deve prendere controllo del commercio di altre nazioni. Siamo stati chiaramente avvertiti.
Questa visione non deve lasciare indifferente una regione manifatturiera come le Marche. Anzi, spiega che anche altre nazioni vedono un futuro di crescita economica e che la strada che vogliamo intraprendere – che consiste nell’andare ovunque nel mondo – a partire dalle Marche non è poi così insensata.
Ma attenzione. Il processo di uscita dall’UE non è e non sarà un percorso facile, visto che lo stesso processo di lancio della procedura non è ancora iniziato. Intanto stiamo aspettando che la Corte Suprema del Regno Unito decida se il Governo è obbligato o meno a consultare il Parlamento prima di lanciare la procedura di uscita. Poi si parla di un pronunciamento del Parlamento sull’accordo finale, senza che – ad oggi – nessuno sia in grado di prevederne i contenuti.
Poi, il processo potrebbe anche essere più lungo dei due anni previsti al momento, specialmente se teniamo conto del fatto che alcune questioni, come la sorte degli immigrati dall’Unione Europea, sono molto importanti e delicate. Aggiungiamo che non è neanche detto che saranno gli attuali protagonisti della politica europea e americana che vedranno nascere questo accordo di uscita.
Intanto la storia continua ad accelerare. Antonio Tajani è il nuovo Presidente del Parlamento Europeo per il blocco Popolari/Liberali che ha vinto contro Gianni Pittella. Il mondo cambia.
Invece, è in un mondo completamente nuovo quello nel quale la strategia del Governo della Gran Bretagna ci sta prospettando e nel quale si vuole proiettare. Un mondo nel quale sembra che le relazioni economiche e finanziarie saranno uno dei fondamenti.
E questo è sufficiente per attirare l’attenzione delle Marche, che devono creare posti di lavoro, e delle imprese, che devono aprire o farsi aprire nuovi mercati.
In questo contesto, il PD Marche è chiamato a guardare avanti concentrandosi sull’enorme sfida che attende tutti. Per quanto riguarda l’Europa, non siamo chiamati a recuperare qualcosa di perduto ma piuttosto a costruire qualcosa di nuovo.
Non dobbiamo pensare a far rivivere il passato dell’Europa come l’abbiamo conosciuta fino ad oggi. Ma il PD Marche deve fare tutti gli sforzi necessari per essere davanti, tra quelli che vogliono ripartire, tra quelli che vogliono mettere insieme valori, parole, concetti ed obiettivi. Dobbiamo considerare questi ed altri elementi ed investire tutte le nostre forze per inventare un nuovo futuro di questa Europa.