La pandemia come evento eccezionale e le elezioni come pratica democratica consolidata in Europa hanno portato a molti cambiamenti nei governi europei e molte altre sorprese arriveranno.
Questo è successo in Spagna, in Portogallo, nei Paesi Bassi, Cipro, in Italia con il cambio di Governo e l’arrivo di Mario Draghi a Palazzo Chigi. Ultime nell’ordine a provocare dei cambi sono state le elezioni in Bulgaria, proprio il giorno della finale del campionato europeo di calcio tra Inghilterra e Italia, finita in un trionfo per i ragazzi dell’allenatore marchigiano Roberto Mancini, nato a Jesi. Era l’11 luglio 2021.
Le elezioni regionali a doppio turno in Francia in giugno per il rinnovo dei consigli regionali (13 regioni in Francia metropolitana e 5 nella Francia d’oltremare) non ha incoronato la destra antieuropea. Una particolare attenzione va invece riservata alle elezioni di settembre in Germania, che dovranno sancire il cambio al vertice. In effetti, dal 2005 questa sarà la prima elezione parlamentare in Germania che non vedrà la cancelliera uscente Angela Merkel come candidata.
L’impatto dell’arrivo di nuovi leader nazionali per gestire l’Europa post pandemia non dovrebbe essere devastante. A conti fatti dopo Brexit, ricordiamo che l’Italia ha acquisito un ruolo di maggior importanza nell’Unione Europea.
La gestione dell’Europa post pandemia sarà quella di contribuire a rimettere in piedi uno dei sistemi economici più prosperi con una popolazione poco al di sotto dei 500 milioni di abitanti. La nostra organizzazione internazionale atipica, che non ha eguali al mondo, conosce la piaga delle ineguaglianze, ma sta facendo del suo meglio per affrontare il proprio destino. Anche attraverso misure come la tassa sulle multinazionali, che altrimenti non si potrebbero affrontare come singoli paesi, ma solamente insieme.
A fine maggio 2021, nei 27 paesi UE sono finalmente state compiute tutte le ratifiche nazionali (la cosiddetta “decisione sulle risorse proprie”). Si tratta dello strumento giuridico che, a questo punto, consentirà alla Commissione europea di attivare le procedure per poter ricorrere ai mercati finanziari per reperire i fondi necessari a finanziare il Piano Next Generation EU, meglio conosciuto come il Recovery Fund.
Ricordiamo che gran parte dei fondi Next Generation EU arriveranno per migliorare la digitalizzazione del Paese. Abbiamo urgentemente bisogno di formare una nuova generazione di studenti e lavoratori in grado di portare i singoli paesi e l’Unione Europea verso la sua strategia di specializzazione in Scienze, spingendo ancora di più sui programmi di ricerca e innovazione europei (Horizon 2020). Una popolazione che diventa più anziana richiede una particolare attenzione alle scienze della vita e all’importanza della ricerca scientifica.
Non dimentichiamo la scelta e l’avvio della rivoluzione verde in atto e in arrivo in tutti i settori europei.
In Italia, dobbiamo tutti prendere atto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che avrà un peso di 221 miliardi di euro dei quali 27% (50 miliardi circa) saranno dedicati alla digitalizzazione.
Dobbiamo avere il coraggio di riconoscere alcune criticità dell’industria che affliggono da molto tempo il sistema produttivo dei paesi UE.
Dobbiamo rivedere, promuovere o trovare alternative alle varie strategie messe in atto, come la concessione di finanziamenti (anche a fondo perduto) in ricerca, sviluppo e innovazione, la promozione di alleanze strategiche anche transnazionali, creazione di agenzie speciali. La posta in gioco è alta, soprattutto nelle Marche dove va mantenuto “lo sviluppo senza fratture”.
La prima assemblea plenaria della Conferenza sul Futuro dell’Europa si è svolta a Strasburgo a giugno 2021 con la partecipazione online di rappresentanti delle istituzioni europee, nazionali e locali e di cittadini europei estratti a sorte per rappresentare i vari paesi UE. Il cambio di leader e delle regole europee per rialzarci da questa pandemia sono tutti stimoli che non devono spaventarci. Perché il nostro compito attuale è quello di non lasciare nulla di intentato, soprattutto perché questa crisi sanitaria è venuta a ricordarci – tra le altre cose – che per quando riguarda l’Europa, il nostro vero tesoro e il nostro obiettivo rimane quello di garantire “Pace e la Prosperità”.