Ormai, mancano poche ore ai saluti finali. Il Regno Unito – paese non fondatore dell’Unione Europea – lascerà definitivamente una Comunità che, partita da 6 con i Trattati di Roma nel 1957, torna a 27 paesi membri. Il Referendum relativo a Brexit passò di misura tra le urne il 23 giugno 2016. Non dimentichiamoci che questo avvenne con parere contrario in quello che è già, tra l’altro, una Comunità tra Stati, con i “no” prevalenti da parte della Scozia e l’Irlanda del Nord.

Da domani entriamo nel 2021 e Brexit diventerà una realtà concreta per i cittadini, le imprese, tutti i soggetti interessati e stakeholders.

Come già anticipato in queste rubriche, si era parlato di Regno Unito che aveva “scelto l’Impero”, una tattica sulla scena internazionale che si declina ormai in quello che viene chiamato la “Strategia del Global Britain”.

Non sarà un cammino facile. Tutt’altro. La sorte di Gibilterra, quella delle Isole Falkland un tempo causa di conflitto armato con l’Argentina, la questione della frontiera tra l’Irlanda del Nord e la Repubblica di Irlanda sono problemi complessi che dureranno a lungo. Un grande augurio di successo va rivolto al nostro nuovo partner con il quale si è finalmente trovato un accordo amichevole. E non dimentichiamo neanche che una “difesa europea”, nell’attuale contesto geopolitico mondiale e in questo momento storico, non è pensabile senza il Regno Unito.

Analizzando gli obiettivi iniziali riferiti a Brexit, vediamo che la strategia di uscita dall’Unione per indebolire l’Europa e la sua moneta (Euro) non hanno certamente funzionato, così come neanche l’euroscetticismo, che voleva una brusca virata per puntare tutto sul Commonwealth, trainando la leadership per il ritorno del commercio britannico alle glorie del passato. Allora era da dimostrare che tutto ciò fosse possibile e lo rimane tutt’oggi con l’avvento della pandemia del Covid-19. Anche perché il mondo sembra indirizzato verso la “slowbalisation” (globalizzazione rallentata).

La confusione strategica era evidente. Alla firma del Trattato di adesione nel 1972, il Partito Conservatore era a favore mentre i Laburisti erano contro. Oggi, è esattamente il contrario.

In realtà, a far sentire i propri effetti è stata una abile “politica della paura”, spingendo la questione dell’immigrazione al top delle preoccupazioni dei cittadini britannici (i polacchi furono presi di mira per esempio), ma con il vero obiettivo – mai apertamente dichiarato – di “voler vedere la dissoluzione dell’Unione Europea”.

Alla fine, i giovani non andarono a votare e decisero gli altri per loro. Questa situazione è ormai storia.

La buona notizia è che, dalle preoccupazioni legate al rischio di violenza in caso di ripristino rigido della frontiera tra le “due Irlande”, si è finalmente capito che l’Unione Europea è nata e rimane un “Progetto di Pace tra nazioni sovrane”. (La Repubblica d’Irlanda è un paese membro dell’UE mentre l’Irlanda del Nord è un paese membro dell’unione del Regno Unito).

Poi tutto questo è diventato un progetto di prosperità, che non guasta mai, specialmente in un momento storico come quello odierno.

Con un doppio effetto. Durante la pandemia del Covid-19, il Meccanismo di protezione civile dell’UE ha sostenuto i servizi sanitari nazionali con rescEU. E questo fornendo attrezzature mediche come maschere, ventilatori e altri dispositivi di protezione individuale nonché strumenti terapeutici. Senza dimenticare che lo stesso meccanismo ha facilitato direttamente il rimpatrio di oltre 70.000 cittadini europei. Pertanto, non dimentichiamolo troppo presto.

Adesso tocca a noi. Valorizzare l’Unione Europea e informare sulle sue azioni. Migliorare le capacità delle collettività locali nell’uso dei fondi europei a disposizione e comprendere la gestione delle crisi. Evitare a tutti i costi di spingere altri cittadini, poco o mal informati sulle attività dell’UE, nelle braccia di personaggi che vorrebbero vedere l’uscita di altri paesi membri.

Auguri per un buon 2021 a tutti i cittadini delle Marche e di tutta l’Italia. Che l’anno che verrà sia il culmine di una collaborazione a livello locale e di una solidarietà Nazionale ed Europea in grado di farci sconfiggere progressivamente questa pandemia, che ci ha fatto riflettere sulle cose più importanti della vita delle persone, delle famiglie, nonché delle comunità sociali e politiche.

Ecco perché dal 2021 in poi, risulta importante e strategico informare sulle azioni ed i successi dell’Unione Europea, perché possa diventare priorità e trovare il giusto valore nei pensieri e nelle scelte dei cittadini europei.

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