Le riforme strutturali rappresentano una croce e delizia per qualsiasi Sistema-Paese poiché, una volta introdotte, se ne vorrebbero vedere e percepire immediatamente, da subito, straordinari effetti positivi. Gli effetti su larga scala si potranno vedere nel medio lungo periodo. Questo il tema al centro dell’evento formativo: “Fondata sul Lavoro. Jobs act, politiche attive, riforma degli ammortizzatori sociali”, organizzato sabato 16 maggio, a Roma, dal Dipartimento Formazione Politica del PD Nazionale. Oltre ad autorevoli esperti, sono intervenuti Filippo Taddei, Responsabile Economia e Lavoro della Segreteria nazionale, e il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti.
In tale fase, è compito dell’Ente pubblico non restare a guardare. Partendo dall’assunto che il lavoro lo creano le imprese con le loro scelte di investimento, spetta al PD Marche intervenire subito tenendo conto del nuovo contesto: la drastica riduzione delle risorse impone lungimiranza nella pianificazione dell’utilizzo efficace di fondi europei, uniche risorse ingenti a disposizione, per affrontare un mondo veloce che cambia rapidamente, caratterizzato da un’economia digitale che continua a ridurre sempre più confini e distanze. Non basta chiedere ai potenziali destinatari/enti beneficiari di fondi europei (siano essi soggetti pubblici o privati) di investire in competenze professionali per aumentare la qualità delle proposte progettuali da presentare. Anche l’ente pubblico dovrà fare la sua parte adottando un approccio costante e crescente alla pianificazione strategica di lungo periodo. Privilegiare una programmazione coordinata tra singole misure di finanziamento 2014/2020 è una delle precondizioni per dare risposte concrete al sistema produttivo attraverso l’Europa.
Nello specifico, se da un lato la riforma introdotta con il Jobs Act crea una nuova relazione tra impresa e lavoro, dall’altro ciascun territorio deve agire per privilegiare la formazione di qualità, quella cioè che crea professionalità richieste dal mercato del lavoro e che, talvolta, ne anticipa anche la necessità. Occorrono scelte adeguate e coordinate per formare nuove competenze richieste dal mercato del lavoro e, nello specifico, funzionali all’evoluzione del modello di sviluppo marchigiano, basato prevalentemente sulla piccola impresa, un sistema produttivo che oggi, sempre più, necessita di essere accompagnato nel contesto globale. In questo senso, partendo da uno dei cardini citati durante l’incontro dal Ministro Poletti –“formazione/sapere/competenze” – una soluzione possibile è impostare risposte di sistema attraverso l’integrazione tra diversi fondi europei: misure del POR FSE 2014/2020 (articolato in 4 assi generali – occupabilità, istruzione e formazione, inclusione sociale e capacità istituzionale) dovranno essere pianificate, in modo integrato, con le misure del POR FESR. Due fondi che non devono essere quindi percepiti in modo separato, ma complementari l’uno all’altro. A titolo di esempio: misure per aiutare le imprese ad affrontare i mercati esteri e ad introdurre innovazione, contenute nel POR FESR, dovranno trovare una risposta nell’adeguata pianificazione di misure del POR FSE da dedicare alla formazione di competenze manageriali. Giovani che, per loro attitudini e competenze, se adeguatamente formati, potranno introdurre nelle aziende marchigiane visione globale e innovazione, contribuendo così ad aggiungere la necessaria creatività alle tradizionali attività del “saper fare”, ovvero eccellenze su cui poggia il tessuto produttivo marchigiano e che, pertanto, non vanno lasciate indietro.
Infine, non per ordine di importanza, sarà decisivo anche il contributo delle Università: è strategico introdurre percorsi formativi/laboratori in tema di progettazione europea prevedendo, laddove possibile, anche seminari tecnici o brevi moduli. Occorre formare giovani progettisti perché ancora troppo bassa è la nostra capacità di progettare e d’intercettare fondi, specialmente quelli a gestione diretta. La prospettiva della Macroregione Adriatico Ionica e quella più avvincente della cittadinanza europea devono costituire lo stimolo per valorizzare le eccellenze marchigiane, ma anche per superare ritardi culturali. L’obiettivo è fornire agli studenti un orientamento e metterli nelle condizioni di poter valutare, in una fase successiva, a percorso concluso, se scegliere di avviare un percorso professionale dedicato all’europrogettazione. Una professionalità che, richiedendo per sua natura di assumere nuova visione – regionale, nazionale ed europea – contribuisce anche ad accrescere e diffondere una comune coscienza dicittadinanza europea e, di conseguenza, uno spirito più consapevole e costruttivo sia nei confronti delle riforme strutturali che, più in generale, verso le potenzialità dell’Unione Europea.