Il patrimonio storico culturale, la storia agricola e industriale ed il primato imprenditoriale delle Marche sono elementi ai quali dobbiamo garantire continuità in questo nuovo mondo che si presenta davanti a noi nel 21esimo secolo.

Quali possono essere gli strumenti in grado di garantirci la sopravvivenza in un quadro di profonda trasformazione dei modelli economici e in un contesto nazionale ed internazionale pieno di sfide e insidie?

Il quadro nazionale si presenta in una condizione nella quale i populismi hanno ormai gioco facile. Crisi economica, crisi del nostro modello di stato sociale, disperazione dei “perdenti della globalizzazione” che non ne hanno beneficiato, nonostante ci siano stati milioni di persone uscite dalla povertà estrema. Esiste una situazione diffusa di precariato e di disoccupazione tra i giovani, anche in possesso di titoli di studio.

Per quanto riguarda il quadro internazionale, siamo di fronte alla necessità di difendere i nostri valori come lo Stato di Diritto, la Giustizia sociale in un mondo nel quale i ricchi non sono mai stati così poco tassati, la Democrazia e i Diritti Umani. In più, siamo costretti a far fronte ad alcune minacce come le azioni terroristiche, i cyber attacchi, a garantire la sicurezza dei cittadini e quella delle rotte commerciali, attività durante la quale per esempio si è poi sviluppato “il caso” dei nostri marò in India. Senza dimenticare alcune sfide come l’assoluta necessità di aumentare le azioni di cooperazione allo sviluppo nonché la necessità di mantenere l’ordine internazionale nella condizione più stabile possibile, ordine nel quale i conflitti ad alta intensità devono essere fermati, monitorati o evitati sapendo che il miglior modo di agire è quello di procedere al loro controllo tramite una veglia costante che permetta di agire e reagire prima possibile.

Altre minacce sono gli Stati falliti (failed states) che ci richiamano alla protezione/evacuazione dei nostri cittadini residenti o in viaggio in quelle zone in caso di conflitto. Anche i rischi climatici e le pandemie sono – a loro volta – fattori che possono creare larghe e pericolose minacce che bisogna gestire, controllare la cui gestione necessita di una concertazione con attori a forza e interessi asimmetrici. Questo è ormai un dato acquisito perché senza questo è difficile immaginare delle soluzioni.

Tutte queste minacce e sfide attuali ed altre da venire ancora – delle quali non possiamo oggi definire né la natura né l’intensità – necessitano strategie, mezzi e personale qualificato.

La domanda è: come possono le Marche proteggere e sviluppare il successo imprenditoriale, la sua economia efficiente e fortemente orientata all’export, nonché lo sviluppo imprenditoriale delle donne e degli uomini, stando costantemente attenti a promuovere uno “sviluppo senza fratture”?

Le pressioni sul sistema marchigiano e italiano non cessano e sono ulteriormente cresciute. Esiste una necessità assoluta di non perdere ulteriori posti di lavoro rispetto a quelli già esistenti. Bisogna anzi creare nuovi posti di lavoro spesso con mestieri o funzioni rivolte a prodotti o servizi mai esistiti prima. Bisogna inserire le donne nel sistema economico sia come lavoratrici che, in modo deciso, come imprenditrici, bisogna affrontare la questione di una popolazione che tende sempre più ad invecchiare e che ha bisogno di maggiori servizi sempre più specializzati.

La reazione contro la globalizzazione è una realtà – spesso anche giustificata e/o comprensibile – che presenta situazioni di forte emarginazione. E potrebbe anche allargarsi nei mesi e negli anni a venire. Dobbiamo mettere in atto misure in grado di contenere non solo la rabbia degli esclusi, ma che vadano anche ad agire sulle cause o che mettano in moto qualsiasi cosa per alleviare le sofferenze.

Misure di compensazione sono tra le possibili soluzioni come viene suggerito da più parti. Ma bisogna anche adottare comportamenti strategici.

Pensiamo per esempio a quello che era un immobile in passato, una nostra casa che ieri aveva una funzione e che oggi si può improvvisamente tramutare addirittura in tre diverse ed importanti funzioni. Oggi un immobile potrebbe essere in grado di produrre più energia di quanto ne consumi diventando così un consumatore – come già in passato – un nuovo produttore ed infine anche un luogo di stoccaggio di energia. Tutte queste situazioni attuali ci richiedono atteggiamenti nuovi e competenze nuove, soprattutto se parliamo del delicato terreno dell’elettricità in generale e dell’energia in particolare.

Ecco perché nelle Marche bisogna aprire la società alla scienza e aprire la scienza alla società. Ecco perché nelle Marche dobbiamo continuare ad imparare a pensare in rete per far andare l’imprenditorialità a braccetto con l’internazionalizzazione, partendo dal lato dell’offerta e con l’obiettivo di strutturarsi nel miglior modo possibile al fine di conquistare mercati sempre più lontani.

Immaginare il futuro è certo un esercizio molto difficile, ma ecco perché nelle Marche abbiamo bisogno di un “balzo imprenditoriale” per gestire al meglio un futuro che si annuncia pieno di sfide. Alcune sono molto difficili da sormontare, ma altre sono molto entusiasmanti specialmente per gli imprenditori. Per questo motivo ci dobbiamo dotare della giusta mentalità, delle giuste risorse umane e provvedere al finanziamento delle attività e dei bisogni al fine di consolidare quello che funziona, proteggere solo quello che ha un potenziale di vita o di sopravvivenza e creare “il nuovo” capace di reggere una concorrenza che si è ormai estesa a tutta la superficie del globo.

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