“Ciò che non uccide ti rende più forte”. Questa citazione viene attribuita al filosofo tedesco Friedrich Nietzsche e, in vista delle difficoltà del passato, della situazione presente nonché prospettive del 2019, nessuna potrebbe essere più adatta per il sistema imprenditoriale marchigiano.
Da una parte è vero che il trauma e le avversità possono essere benefiche per un individuo e una qualsiasi organizzazione – crisi, passaggio generazionale, necessità di affrontare nuovi mercati, accesso al credito, piccola dimensione, mancato inserimento di un numero sufficiente di donne nel sistema economico, costruzione di relazioni forti con i clienti, focalizzarsi nel proprio settore – perché permettono di aumentare la propria forza morale, la voglia di combattere e, in sintesi, di rafforzarsi.
Tuttavia, non bisogna essere dei grandi esperti per capire – e non bisogna dimenticare – che ciò che non uccide può rendere sì più forte, ma anche ferire e danneggiare.

Per questo motivo, se vogliamo affrontare e superare le difficoltà intrinseche e particolari della nostra regione e del nostro paese, nonché quelle che il 2019 ci presenterà, dobbiamo rivolgere una costante attenzione al settore pubblico. E’ in questa logica ed obiettivo che il partenariato pubblico-privato diventa irrinunciabile.

A questo scopo, serviranno dei luoghi. Alcuni potrebbero rimanere virtuali, come gli spazi di comunicazione (ad esempio questa rubrica o la piattaforma Internet). Altri dovranno necessariamente essere luoghi fisici. Ricordiamo infatti come l’avvento della stampante e di Internet non abbiano fatto sparire né la carta né i libri o le riviste. Per cultura della nostra regione e del nostro paese, servono ancora spazi di comunicazione umana e fisica con i prodotti.

Il 2019 si annuncia complicato. Ci sono continue previsioni di flessioni delle grandi economie mondiali, e addirittura qualcuno parla di scoppio di bolle oppure di crisi finanziaria.
Le nostre conoscenze non sono tali da volerci lanciare in questi dibattiti, ma è certo che le Marche, e relativo sistema imprenditoriale, dovranno affrontare nuove problematiche e nuove sfide.
Più concretamente delle semplici previsioni economiche, fra meno di quattro mesi, il 2019 potrebbe portare con sé il rischio di una strada di Brexit disordinato. Tra meno di sei mesi le elezioni europee daranno un nuovo volto e potranno presentare molteplici scenari all’Europa del futuro.

In tutto questo, l’Italia ed in particolare le Marche hanno una posizione da difendere: quella di una regione manifatturiera, nella quale si produce di tutto, con altri molteplici vincoli ed opportunità che conferiscono appunto una posizione più volte definita “eccezione marchigiana”: dovremmo avere il coraggio di affrontare molti temi – riconversione, concorrenti che dovranno diventare partner, digitalizzazione, trasformazione digitale, innovazione, Industria 4.0 e intelligenza artificiale, agroalimentare e gastronomia marchigiana come settori strategici per questa regione, una nuova cultura della leadership, orientare la nostra civiltà verso nuove frontiere come lo spazio, la nuova sfida mondiale della mobilità con i mezzi di trasporto collettivi, la mobilità privata attraverso l’elettricità, la necessità vitale di puntare sull’imprenditorialità femminile – nonché altri molteplici ambiti per i quali provare a sfruttare le opportunità e risolvere eventuali problemi.

L’aumento delle incertezze politiche non è mai una buona notizia per il mondo imprenditoriale che preferirebbe avere – sempre – un contesto stabile, favorevole alle attività economiche, specialmente per quelle di interscambio. Tra i nostri primi compiti, nelle Marche e in Italia, c’è il dovere di proteggere la bilancia commerciale in attivo. Questo significa spingere i prodotti fino ai confini del mondo conosciuto, raggiungendo anche quello sconosciuto dai nostri cittadini e imprenditori. Nel mondo esiste ancora tanto spazio per noi, per i nostri prodotti e servizi.

Per fare questo dobbiamo continuare ad avere il coraggio di guardare al mondo come il nostro mercato, significa non perdere di vista attività strategiche come ad esempio lo spazio, dopo che la Cina ha conquistato la parte oscura della Luna in un 2019 appena iniziato e nel quale ricorrere proprio il 50° dallo sbarco dell’uomo sulla luna.
Significa che dobbiamo guardare a nuove attività come la pulizia degli oceani e dai detriti spaziali come dovere civico ma anche come opportunità imprenditoriale. Significa che dobbiamo guardare a nuove frontiere, verso il continente africano nel quale esistono già da tempo occasioni per le nostre imprese. Significa che non dobbiamo smettere di stimolare nuove vocazioni imprenditoriali e creative sia italiane che marchigiane. Significa guardare al futuro con uno spirito di collaborazione, uno spirito di orientamento a soluzioni piuttosto che a problemi.
Anche se mandiamo il nostro export per circa il 70% verso l’Europa, Cina e Stati Uniti rimangono dei porti ai quali i nostri imprenditori giovani e meno giovani, nonché le imprenditrici, dovranno sempre attraccare. I paesi emergenti continuano la loro strada alla conquista di mercati sui quali facciamo fatica ad entrare.

La conclusione è che abbiamo molti problemi del passato ancora irrisolti che si sono sommati a quelli del presente. Questi non ci devono impedire di sfruttare le innumerevoli opportunità sia vicine che lontane. Ma una cosa è sicura: nelle Marche e in Italia non potremo più fare le cose come le abbiamo sempre fatte fino ad oggi. Per esempio, volere e dover introdurre più donne nell’economia non è da considerarsi né un capriccio né un lusso. E in questo senso non è teoria celebrare una giornata come l’11 febbraio, riconosciuta dall’ONU come giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza.

Nel 2019 ci saranno anche delle costanti ma anche delle grandi novità da affrontare, come la sostituzione di Mario Draghi alla guida della Banca Centrale Europea (BCE), che potrebbe avere effetti sulla politica monetaria europea e sulle modalità di sostegno alle economie europee.

Per affrontare in maniera consapevole tutta questa complessità, serve un luogo, virtuale ma anche fisico – in cui l’Ente pubblico fa da raccordo tra coworking, incubatori, acceleratori, spin off, incubatori – nel quale poter aprire dibattiti, fare confronti tra imprese anche con i grandi campioni regionali per tentare soluzioni a diversi temi (arte, cultura, cooperazione allo sviluppo, valorizzazione del territorio, ecc).

L’obiettivo generale è salvaguardare il patrimonio marchigiano dell’imprenditorialità diffusa.

Tutto questo deve servire alla comunità marchigiana, ricordando di rendere omaggio – in questo 2019 nel quale ricorre il centesimo anno dalla sua nascita – all’economista che ha teorizzato il modello di sviluppo senza fratture, Giorgio Fuà, già consigliere economico di capitani di industria italiani come Enrico Mattei ed Adriano Olivetti, fondamentali per il nostro Paese, entrambi protagonisti anche della storia delle scienze spaziali, come non mancherà occasione per ricordarli nei prossimi mesi del 2019.

E tutto questo senza dimenticare che la contaminazione tra manifattura, innovazione, arte, cultura, scienza, e la valorizzazione delle donne per la sopravvivenza ed il successo del nostro sistema potrebbe diventare anche laboratorio per l’Italia.

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