Lo scoppio della crisi sanitaria del Covid-19 ha provocato tensioni sociali e manifestazioni ovunque in Italia, in Europa e nel mondo, che abbiamo dovuto gestire difendendo il diritto d’espressione e la libertà di manifestare con il dovere di salvare e proteggere vite umane, così come quello di tutelare l’interesse della salute pubblica. Tutto questo in mezzo ad una pandemia di livello globale.
Non è stato un esercizio facile insieme ai ritardi nell’implementazione del piano dei vaccini.
In mezzo a tutto questo, non sono mancate critiche legittime e derive del sistema capitalistico, come la questione delle ineguaglianze, così come proteste e richieste di riforme concrete.
Questo 2021 appena iniziato ci presenta altre sfide importanti.
Da una parte, la crisi economica – che ha colpito quasi tutti i paesi del mondo in seguito alla pandemia del Covid19 – la disoccupazione di massa, la quasi totale chiusura di settori come quello culturale insieme alle difficoltà del comparto turistico, ci richiedono di “(ri)avvicinare l’economia ai cittadini”, proprio in un contesto di forte critica verso le attività dell’economia di mercato.
Forse la prima mossa dovrebbe essere quella di una chiara professione di fede verso “un’Economia Sociale di Mercato” che abbia – soprattutto nelle Marche – le persone al centro dei suoi interessi e l’ambiente tra le attività principali e prioritarie.
Portare l’economia al servizio dei cittadini non è un tema né nuovo né facile.
Nel nostro caso, la cultura marchigiana dello Sviluppo senza frattura, la struttura stessa della nostra economia – caratterizzata da una moltitudine di piccole e piccolissime imprese – nonché la crisi economica provocata dalla pandemia del Covid-19, non ci lasciano molta scelta.
In più, dobbiamo crescere per quanto riguarda, in generale, i diritti e la leadership delle donne e, in particolare, il loro ruolo nel mercato del lavoro, prendendo atto e coscienza che questo è un problema che riguarda tutti, uomini e donne. La quota parte delle donne impegnate nell’economia rimane – in Italia – molto bassa rispetto ad altri paesi avanzati.
Non è più un segreto per nessuno che negli atenei marchigiani siano iscritte – oggi – più donne che uomini. Pertanto, non dobbiamo aspettare domani per soddisfare la voglia di partecipazione di questi “attori” che sono le nostre madri, sorelle, figlie e parenti. La partecipazione allo sviluppo del proprio territorio e del proprio paese è un diritto che non può essere negato sulla base del genere. Dobbiamo lavorare per rimuovere tutte le barriere che puntano alla negazione o limitazione di questo diritto.
Dobbiamo guardare con attenzione al Next Generation EU – il programma da 750 miliardi di euro per il rilancio di un’economia europea travolta dalla crisi pandemica – per colmare il vuoto di infrastrutture sociali capaci di liberare le donne, permettendo loro di “partecipare” e di dare il loro legittimo contributo allo sviluppo economico e sociale delle Marche e dell’Italia, per non escludere l’altra metà del cielo marchigiano e italiano.
Che cosa dobbiamo fare in concreto?
Bisogna spiegare e diffondere il Green Deal europeo – il piano europeo sul clima – annunciato dalla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen l’11 dicembre 2011:
– Promuovere l’uso efficiente delle risorse passando a un’economia pulita e circolare
– Ripristinare la biodiversità e ridurre l’inquinamento
– Investire in tecnologie rispettose dell’ambiente
– Sostenere l’industria nell’innovazione
– Introdurre forme di trasporto privato e pubblico più pulite, più economiche e più sane
– De-carbonizzare il settore energetico
– Garantire una maggiore efficienza energetica degli edifici
– Collaborare con i partner internazionali per migliorare gli standard ambientali mondiali.
Per creare qualcosa di nuovo, guardare lontano e aumentare i margini delle nostre imprese, l’apertura verso l’utilizzo delle tecnologie spaziali non deve sfuggirci di mano. Specialmente perché le Marche hanno ottime chance, qualità imprenditoriali, un livello di ricerca e una Storia (Giacomo Leopardi con Storia dell’Astronomia, Giuseppe Occhialini tra i padri dell’astrofisica italiana ed Enrico Mattei con il suo sostegno alla base di lancio di Malindi) necessarie per creare un Distretto Aerospaziale: scienza, spazio e manifattura sono infatti strettamente collegate e siamo in una fase storica cruciale anche come opportunità di riconversione industriale.
Ma la chiave di svolta per il rilancio del mercato interno nelle Marche e in Italia rimane l’Economia Circolare che potrebbe essere decisiva per un nuovo Rinascimento industriale sostenibile nelle Marche e in Italia.