La Giornata delle Marche, festa della comunità marchigiana che ricorre ogni anno il 10 dicembre, impone di riflettere sul tema scelto per questa edizione: “le Marche, il territorio e le comunità”. Le Marche rurali e l’entroterra, dunque, come tema conduttore di questa Giornata e, più in generale, dell’anno che sta volgendo al termine – l’anno di Expo Milano 2015.

Una identità, quella del paesaggio della Regione Marche, che ritroviamo fin dai capolavori rinascimentali di Raffaello e che oggi richiede un modello di sviluppo da rilanciare intrecciando metodi produttivi tradizionali con nuovi modi di fare impresa. Qui, nel territorio collinare della Regione più manifatturiera di Italia, dove l’antropologia del capannone e del saper fare hanno determinato la costruzione del benessere passato, avanza una nuova visione: l’estetica del saper comunicare e rappresentare saranno le direttrici con le quali riposizionarsi e rigenerarsi nello scenario competitivo. E sarà così anche per le filiere dell’agroalimentare che guardano alla sostenibilità, alla green economy e alla riduzione dello spreco come visione e prospettiva.

Oggi, 10 dicembre, è anche la data per ricordare il debutto pubblico dell’Inno di Mameli, l’inno di Italia e di quella parte di territorio – l’Italia di Mezzo – a cui la Regione Marche appartiene, costituita da comunità operose cresciute attorno ad una dimensione borghigiana, così definita dal sociologo Aldo Bonomi. Queste sono Le Marche. Le Marche delle eccellenze, dei territori, dei paesaggi, delle comunità, che troppo spesso si raccontano poco pur ospitando ambasciatori dell’imprenditoria marchigiana che operano nel mondo, imprenditori tra i quali chi, come l’Azienda agricola Giusti – premiata in questa giornata come eccellenza marchigiana, insieme al Cardinale Edoardo Menichelli – con il proprio prodotto, diventa simbolo di un appuntamento in cui la Storia cede il testimone al futuro: la 70a Assemblea ONU a New York, evento che proietta al domani per la rilevanza delle tematiche affrontate quali questioni globali, cambiamenti climatici, agenda per lo sviluppo post 2015 e diritti umani. I più attenti cittadini di questo pianeta, firmatari della Carta di Milano nel Palazzo Italia dell’Expo, si saranno senza dubbio accorti di essersi assunti il preciso impegno di ritenere anche il diritto al cibo un diritto umano fondamentale. Purtroppo oltre il 90% delle persone che soffrono la fame vive in Paesi in via di sviluppo con oltre due terzi in territori rurali. Quella stessa ruralità che, ricchezza nelle Marche, è purtroppo anche simbolo di povertà in altre parti del mondo.

Questa contraddizione richiama l’attenzione su temi quali l’Anno Europeo dello Sviluppo, l’eredità politica di Expo contenuta nella Carta di Milano, la nuova normativa italiana sulla cooperazione allo sviluppo che, dal 2014 per la prima volta, apre al settore privato. Temi, tutti, in cui le imprese sono e saranno chiamate ad adottare codici di responsabilità sociale con un inevitabile ritorno di immagine per loro stesse. Internazionalizzazione e Cooperazione allo Sviluppo dialogano per la prima volta: una grande opportunità per la nostra politica, per le nostre imprese nell’approcciare nuovi mercati globali in modo strutturato, non solo limitatamente alla durata di un Semestre, seppur straordinario e irripetibile, come l’Expo.

All’Ente pubblico, alla politica, il compito di condurre e guidare una progettualità di sistema per sostenere il comparto agroalimentare nel lungo periodo svolgendo un ruolo di facilitatore e di aggregatore tra attori pubblico-privati attorno ai medesimi temi, servizi, allo sviluppo di piattaforme digitali, a canali distributivi diretti e indiretti con mirate politiche di branding ed il coinvolgimento di nuove imprenditorialità giovanili agricole ed anche innovative come le start up. Aspetti che trovano nel Piano di Sviluppo Rurale 2014/2020 traiettorie chiave di crescita ed un ammontare, il più elevato tra quelli assegnati ai fondi strutturali della Regione Marche, che è un forte segnale indice di centralità, nella politica marchigiana dei prossimi anni, del tema rurale.

“Le Marche, il territorio e le comunità”: un viaggio simbolico per ricordare una Giornata, quella delle Marche, che invita tutti i propri cittadini, in qualsiasi parte del mondo, a riflettere sull’identità ed i comuni valori attorno ai quali poggia l’intera comunità regionale, attuale e futura. Un appuntamento per sentirsi custodi orgogliosi e responsabili delle tradizioni della nostra terra. Un incontro, quello di oggi, che racconta il presente del nostro futuro basato sulla potenza del limite, tema che dopo aver accompagnato come comune chiave di lettura tutti i territori italiani nell’Expo, oggi più che mai richiama un ideale di sviluppo dolce, di capitalismo sostenibile e d’identità dei territori. In sintesi: un tema per celebrare Le Marche.

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