Introduzione

A poche ore dalla fotografia di Unioncamere Marche sui dati riferiti alle imprese agricole marchigiane registrate nel primo trimestre e a pochi giorni dall’avvio di Expo Milano 2015, evento che prevede la partecipazione di oltre 140 Paesi (94% della popolazione mondiale) ed organizzazioni internazionali tra le quali l’Onu e l’UE, è doveroso soffermarsi su un appuntamento di portata internazionale per il tema affrontato. È infatti intenzione del PD Marche assumere una leadership per tradurre in idee e visioni le implicazioni di tale evento nel lungo periodo. Quale sarà l’eredità politica e culturale di Expo contenuta nella “Carta di Milano”?  Quanto l’agenda di Expo potrà riuscire ad influenzare la politica nazionale? Il tema scelto, “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, genera indubbiamente riflessioni su come governare grandi temi globali, riconducibili alla necessità che questa terra la dobbiamo innanzitutto rispettare. Il cibo vive una contraddizione: lo spreco in alcuni Paesi e la mancanza in altri. Questo comporta la necessità di affrontare il tema dello sviluppo sostenibile tra economia, ambiente, cultura e società. Il tutto considerando anche le nuove tendenze legate al cambiamento climatico e alla demografia. Anche la consultazione online avviata dalla Commissione Europea sul ruolo che lascienza e l’innovazione possono avere per aiutare l’UE ad affrontare le sfide globali legate al cibo va in questa direzione. I risultati saranno pubblicati il 15 ottobre, vigilia della Giornata mondiale dell’alimentazione, e contribuiranno a definire l’eredità dell’UE in ambito Expo Milano 2015.

 

Il dilemma del mondo: aumentare la produzione o ridurre i consumi

Due le questioni poste nell’intervento di Romano Prodi lo scorso 28 marzo a Firenze, in occasione dell’evento “Expo delle idee”: 1) non vi è cibo per tutti (statistiche FAO indicano che su oltre 7 miliardi di persone più di 800 milioni soffrono la fame); 2) la domanda di cibo in futuro sarà superiore all’offerta. La domanda viene soprattutto dall’Asia e dall’Africa. Si tratta di un grande problema strategico: difensivo per i Paesi sovrappopolati, offensivo per i Paesi che possono diventare esportatori.  In tale contesto l’Unione Europea, in termini economici, è il maggiore esportatore e il secondo maggiore importatore di prodotti alimentari a livello mondiale, oltre ad essere comunque anche il maggiore donatore di aiuti umanitari e allo sviluppo.  Expo 2015 coincide, inoltre, con l’Anno europeo per lo sviluppo e l’Anno internazionale dei suoli. Per quanto riguarda l’Italia sappiamo che nel mondo c’è domanda di Made in Italy, una leva che è propria del nostro Paese, eppure l’Italia, nell’industria agroalimentare, risulta ancora indietro rispetto ad altri competitors europei. L’agroalimentare rappresenta dunque l’emblema delle difficoltà italiane nel posizionarsi a livello globale: l’export del settore pesa il 20% del totale e colloca il Paese in quarta posizione dopo Germania (30%), Francia (26%) e Spagna (22%). Dunque quale posizionamento mondiale per l’export Made in Italy? I dati ci indicano che ci sono ancora molte opportunità per l’export delle aziende italiane. A questo deve aggiungersi la bassa percentuale di investimenti nella ricerca del settore agricoltura, un’aggravante specialmente in un Paese che può vantare un passato glorioso nella ricerca genetica del comparto. Il risultato immediato che ci si aspetta dall’Expo è dunque che un evento di tale portata, oltre al flusso di turisti, possa attivare la propensione all’internazionalizzazione del nostro Paese e far crescere il settore agroalimentare. Una propensione che non può di fatto prescindere da un ruolo attivo del decisore pubblico.

 

L’internazionalizzazione come scelta strategica di lungo periodo per le aziende marchigiane

Nella Regione Marche dati 2014 del Commercio Estero denotano un potenziale del settore agroalimentare non sfruttato nella giusta misura. Ci sono margini per essere più competitivi. Questo richiede al PD Marchedi assumere una visione strategica di lungo periodo per accompagnare nel mercato mondiale le 28.726 imprese marchigiane attive nel settore e registrate nel primo trimestre 2015 (dati Movimprese – elaborazione Centri Studi Unioncamere Marche). In tale comparto la potenza del limite (una dei temi in cui è declinato l’Expo 2015) è da intendersi in senso positivo: la capacità del limite di innescare processi di innovazione economica, sociale e culturale, da proiettare a livello nazionale e globale, tenendo conto di due fattori: peculiarità del settore agricoltura (attività legate all’andamento climatico, impossibilità di spostare terreni coltivabili, impresa prevalentemente piccola e a conduzione familiare, ecc) e realtà mondiale che abbiamo di fronte (minore fertilità delle terre marginali, processi di urbanizzazione spesso nelle terre più fertili, aumento dei terreni impiegati per biocarburanti, ecc). Questi “limiti” hanno, in sé, una enorme potenzialità: richiamano la necessità di introdurre ricerca e innovazione per applicare tecnologie finalizzate alla riduzione di consumi di energia e di acqua. Una prima conseguenza potrà essere una domanda crescente di nuove competenze “green” nei temi della sostenibilità. Rafforzare, incentivare, aiutare nell’export e nella riorganizzazione le aziende agricole sono dunque le priorità, specialmente in una fase in cui le imprese marchigiane attive nel settore registrano un calo, attestandosi, per la prima volta, sotto le 29.000 unità. L’Expo, in questo senso, può diventare un motore per la Regione, e più in generale per il Paese, per cambiare approccio avviando relazioni economiche stabili e durature, sempre più necessarie per affrontare i mercati esteri. Tra le sfide del decisore pubblico vi è senza dubbio orientare l’impresa verso la scelta dell’internazionalizzazione come un fattore strategico di lungo periodo, imprescindibile per costruire una proposta di valore nel mercato globale. E il PD Marche sceglie di assumere un ruolo guida per affiancare le imprese marchigiane verso questa piena consapevolezza: guardare da subito, specialmente quella giovanilefin dalla sua costituzione, al mondo come il proprio mercato. Occorrono: un approccio manageriale, favorendo il passaggio generazionale, laddove necessario, per intercettare richieste di nicchia del mercato, un approccio di filiera (modello vincente di aggregazione tra imprese), la forza deimarchi nei prodotti finali. Fattori, questi, che possono garantire un potenziale di crescita su mercati promettenti. È necessario, inoltre, accompagnare le aziende verso l’innovazione e la commercializzazione anche per affrontare, nell’era dell’economia digitale, le sfide di un nuovo modo di fare mercato. Favorire, infine, una loro presenza diffusa su tutto il territorio, specialmente nelle aree interne, valorizzandone la multifunzionalità e intersettorialità anche a presidio dell’ambiente e valorizzazione del paesaggio. Più in generale a vantaggio di una identità territoriale che rappresenta un valore aggiunto nella competizione internazionale.

Sulla base delle potenzialità del settore e considerando anche la contraddizione globale del cibo (spreco da un lato e insufficienza dall’altro), è facile pensare che la sfida per la sicurezza alimentare verrà portata avanti in modo energico dai Paesi che ne hanno più bisogno, partendo dall’Africa. Per le Marche, in particolare, l’industria della frutta e verdura potrebbe rappresentare, ad esempio, una iniziativa faro nei Paesi africani, che mira a risolvere il problema di autosufficienza alimentare e quello della valorizzazione delle risorse locali nel più breve tempo possibile. Più in generale, l’iniziativa mondiale contro la lotta alla povertà in Africa passa attraverso la promozione dell’imprenditorialità come mezzo per favorire la solidarietà e agevolare l’innovazione (nuovi prodotti e servizi), nonché il raggiungimento dell’obiettivo dell’equa distribuzione di cibo a livello globale.  Tema, quest’ultimo, cruciale per un’eredità politica e culturale vincente di Expo 2015.

 

L’UE all’Expo: http://europa.eu/expo2015/it/ Per partecipare al dibattito promosso dall’Unione Europea consultare il seguente link: http://europa.eu/rapid/press-release_IP-15-4761_it.html

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