L’annus horribilis 2020 si è chiuso con un bilancio pesante per l’economia mondiale e per l’Italia.

Abbiamo atteso i dati annuali forniti dalla Fondazione Aristide Merloni per sapere di più sulla situazione delle imprese marchigiane, report presentato questa volta il 10 dicembre 2020 per il periodo di riferimento anno 2019.

Un primo commento importante relativo alla Classifica si trova alla pagina 17: “L’impatto del Covid-19, dunque, non si presenta uniforme in relazione al settore di appartenenza delle imprese. Disaggregando i dati rilevati nei diversi settori si riscontra una marcata variabilità delle performance anche all’interno del settore“.

Bisognerà aspettare i dati 2020, a fine 2021, per fare analisi più approfondite.

Nel frattempo dobbiamo concentrarci nel leggere e capire la nuova realtà che ci circonda, in modo da indirizzare la barca imprenditoriale Marche verso nuovi orizzonti, prendendo la direzione nella quale andrà un mondo sempre più complesso con vincoli e opportunità.

Ad esempio, attori come Russia, Cina e Turchia continuano ad espandersi sulla scena internazionale con azioni economiche che comportano scelte e presenze tali da renderli paesi protagonisti indiscussi nel futuro mondo (Gasdotti e accordi petroliferi per la Russia – assalto dei mercati mondiali soprattutto nei paesi meno avanzati per la Cina – rapida e continua industrializzazione verso nuovi mercati e uso del Soft power per la Turchia).

Accanto a misure ed azioni “economiche”, questi attori – ormai tutt’altro che “nuovi” – hanno e continuano a portare avanti scelte e azioni militari che avranno senza dubbio un forte impatto sul quadro economico globale e che potrebbero anche scontrarsi con interessi di economie molto avanzate o di partner strategici per l’Italia.

Altra situazione è rappresentata dalla competizione monetaria mondiale tra Dollaro-Euro-Renminbi (o Yuan) che sta mutando gli equilibri di potere nelle transazioni commerciali internazionali. Il dollaro resta dominante ma non ha più l’egemonia. Da qui la necessità per noi di tifare per un’Unione Europea che si deve trasformare in un soggetto politico forte a livello internazionale.

In Italia la sfida interna che bisogna vincere, invece, è quella dovuta alla diseguaglianza territoriale. Un divario per superare il quale bisogna spronare i territori del Sud ad aumentare il numero di imprese e il loro grado di internazionalizzazione, nonché la spesa e il corretto uso di fondi europei. Questi stimoli potrebbero essere tra i fattori vincenti in grado di risollevare l’Italia tutta.

Siamo sicuri che il compito di formare un “governo di alto profilo” riservato a Mario Draghi tenga conto di tutti questi elementi.

La classe politica marchigiana deve lanciarsi prima possibile nell’attuazione di una strategia politica per gestire la transizione in questo frangente post pandemia così critico.

Nel fare questo, le Amministrazioni locali non devono ignorare interessi strutturali, strategici e di lungo periodo dell’Italia.

Pertanto, in questo frangente nel quale gli Stati Uniti con la nuova amministrazione Biden vogliono puntare sulla campagna di vaccinazione, su un piano di aiuti straordinari per il settore privato e un probabile ritorno negli accordi di Parigi sull’ambiente per uscire dalla pandemia più forti di prima, l’internazionalizzazione delle imprese marchigiane resta una priorità strategica da mettere in atto meglio e più di prima.

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