Dopo l’uscita definitiva ufficiale del Regno Unito dall’Unione Europea scattata a gennaio 2021, il cambio al vertice americano con gli attacchi alla sede delle Camere degli Stati Uniti e il giuramento il 20 gennaio del 2021 del nuovo Presidente Joe Biden, in sostituzione di un Donald Trump che non si vuole dare per vinto, dopo le dimissioni di Giuseppe Conte come Presidente del Consiglio italiano e l’insediamento del nuovo Governo di Mario Draghi il 13 febbraio 2021, arriva l’elezione di Enrico Letta come nuovo segretario del Partito Democratico – di ritorno da un’esperienza in Francia – a presentarci il quadro di uno scenario mondiale non solo cambiato ma completamente nuovo.

Ci sono delle prime volte storiche da prendere in considerazione, da non sottovalutare. Una donna, Kamala Harris, alla Vicepresidenza degli Stati Uniti d’America, una donna, Ursula von der Leyen, a capo della Commissione Europea.

L’emergenza del Covid-19 non ha dato la possibilità di renderci conto veramente di quante cose siano cambiate dallo scoppio della pandemia.

Le campagne di vaccinazione non sono ancora finite né mai cominciate in alcuni luoghi del mondo. Si può facilmente prevedere che le riaperture si faranno gradualmente e con cautela.

Ritrovare l’europeismo e l’atlantismo nel governo italiano è positivo, scelte che possono giovare al nostro Export e alle nostre imprese impegnate in settori speciali (settore farmaceutico e sanitario) oppure in quelli altamente specializzati (aeronautica e aerospaziale).

Altri elementi possono giovare alla proiezione internazionale delle nostre imprese.

In effetti, il 10 marzo 2021, nella Sala Verde di Palazzo Chigi è stato firmato il “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale”. Oltre al Presidente del Consiglio, Mario Draghi, hanno firmato il Ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, e i segretari generali di sindacati Maurizio Landini-Cgil, Luigi Sbarra-Cisl e Pierpaolo Bombardieri-Uil.

Non dobbiamo aver paura di parlare di accordo storico.

Che cosa centra la riforma della pubblica amministrazione con l’internazionalizzazione delle imprese marchigiane e italiane?

L’accordo riconosce alla Pubblica Amministrazione il ruolo centrale di motore di sviluppo e catalizzatore della ripresa: buone notizie per l’internazionalizzazione delle nostre imprese.

Oggi, non ci dobbiamo solo confrontare con Industria 4.0 e altre rivoluzioni.

Il fatto è che il mondo completamente nuovo nel quale ci troviamo non ci dà la possibilità di fermarci e di riflettere sul fatto che stiamo vivendo, lavorando e producendo con e grazie alle invenzioni del XX e XXI secolo.

Si tratta del World Wide Web che permette agli italiani di domani di frequentare la scuola nonostante il lock down della pandemia, di ordinare e di ricevere la nostra spesa mentre eravamo rinchiusi in casa. C’è la rivoluzione dei Social network, che ci ha permesso di rimanere in contatto con i nostri amici e con il mondo. Ci sono le Stampanti 3D capaci di fornire accessori in tempi record per le maschere ad ossigeno o per trasformare alcuni oggetti in materiali salva vita durante l’emergenza sanitaria. Gli smartphone, che chiamiamo ancora telefono, sono diventati più potenti e sono ormai un mezzo di pagamento alla cassa dei supermercati. Il nostro tempo libero, le nostre case non hanno più bisogno di biblioteche ma di Libri elettronici.

La febbre della moneta digitale e delle cripto valute come i Bitcoin sta in prima pagina nei titoli dei quotidiani su carta come su quelli elettronici. Mentre gli aeroplani giganti sono a terra per mancanza di passeggeri da trasportare, alcuni aeroplani sono in grado di lanciare razzi o navette nello spazio per i satelliti o per il turismo spaziale.

La televisione non è più l’unico mezzo che tutti guardano o dal quale prendere informazioni. Ormai ci sono altri canali nei quali gli utenti non sono più solo soggetti che subiscono informazioni, ma sono diventati anche editori.

Insomma, in questo contesto – del quale bisogna diffondere la consapevolezza e la novità che esso rappresenta – diventa indispensabile per le Marche impostare e ripensare la propria strategia in materia di internazionalizzazione delle imprese.

Dobbiamo avere l’ambizione di continuare ad essere una regione (Marche) ed un paese (Italia) con un saldo export positivo, cosa della quale non si possono vantare altre economie avanzate come Stati Uniti, Regno Unito e Francia.

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