Introduzione e valorizzazione nel suo 150° anno dalla nascita

Molti la ricordano perché era il volto noto delle mille lire. Nel 2020 la rivista TIME l’ha inserita tra le 100 donne del secolo con il progetto “100 women of the year” scegliendola per la copertina dell’anno 1931 probabilmente per le sue riflessioni sul rapporto tra educazione e pace in conferenze che tenne negli anni Trenta. Di chi stiamo parlando? Di Maria Montessori, pedagogista, nota in tutto il mondo per il Metodo che porta il suo nome.

E’ importante ricordarla in questi giorni, in un anno particolare in cui ricorre il 150 anniversario della sua nascita: nacque a Chiaravalle il 31 agosto 1870 e morì a Noordwijk il 6 maggio 1952. Fu candidata per ben tre volte al Nobel per la pace. Sulla sua tomba si legge: «Io prego i cari bambini, che possono tutto, di unirsi a me per la costruzione della pace negli uomini e nel mondo».

 

Attualità di Maria Montessori

Il riferimento ai bambini spinge a pensare ad uno dei temi tra i più dibattuti in epoca Covid-19 e in particolare nelle ultime settimane. Il fatto che il primo ministro norvegese abbia organizzato una conferenza stampa dedicata ai più piccoli è stato un avvenimento insolito e che ha portato attenzione sulla centralità del bambino in questa fase storica.

Covid-19 ci ha messo di fronte alla dura realtà: non tutte le famiglie italiane erano pronte per una didattica a distanza, con la conseguenza di aggiungere ulteriori disagi a quelli provocati dall’emergenza sanitaria.

La lotta all’analfabetismo di allora, condotta da Maria Montessori, ci fa quindi azzardare un parallelismo con quanto sta accadendo oggi: combattere contro l’analfabetismo digitale.

La riapertura delle scuole non prima di settembre non può lasciarci indifferenti, così come il saluto che il Presidente Mattarella ha rivolto agli studenti il 27 aprile 2020: “come sarà il mondo di domani dipenderà in larga misura da voi, studenti di oggi. Dalla vostra capacità di pensarlo, di progettarlo, di viverlo. Dal vostro impegno. Da come metterete a frutto i saperi e le conoscenze che oggi acquisite“.

Una questione sociale di cui farsi carico per non lasciare indietro e perseguire una educazione di qualità (Obiettivo 4 ONU).

Vista la sua diffusione planetaria, che ne fa un modello educativo adatto in un mondo globalizzato e multiculturale, il Metodo Montessori potrebbe a buon diritto essere ricordato nella Giornata mondiale della diversità culturale per il dialogo e lo sviluppo (21 maggio). Jeff Bezoz di Amazon finanzia la rete di scuole montessoriane, inoltre anche altre realtà “simbolo” del mondo globalizzato – Google, Wikipedia – vedono i propri fondatori di scuola montessoriana.

Non sfugga neanche la formazione di Maria Montessori: fu tra le prime donne medico in Italia. Nonostante la contrarietà del padre, dopo le elementari, ella decise di iscriversi ad una Scuola tecnica con l’ambizione di diventare ingegnere.

Oggi l’Ingegneria è una delle componenti delle materie così dette STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria, Matematica) e lo scarso coinvolgimento di donne in questo ambito è ampiamente dibattuto, così come l’esclusione delle donne da contesti decisionali.

Ma Covid19 ci ha messo con le spalle al muro: uomini, donne e istituzioni devono marciare insieme per rendere visibile l’intelligenza “invisibile”.

Questo ci fa ricordare Maria Montessori anche peri il suo impegno in battaglie femministe attraverso le quali, come precisato dalla prof.ssa Tiziana Pironi in Unione Femminile Nazionale, “invitava le donne ad appropriarsi della scienza, per farne uno strumento di autonomia, di autodeterminazione, coltivando innanzitutto «il sentimento della propria forza”….”Sottolineava l’importante funzione di traino che il movimento delle donne doveva assumere nel dibattito e nell’azione sociale e politica, valorizzando il ruolo emancipativo e insieme trasformativo della scienza”.

Nelle lotte per l’emancipazione femminile dell’Italia post-unitaria tra le parole chiave vi sono anche educazione e istruzione. Ambiti che oggi richiamano anche la parità di genere (Obiettivo 5 ONU).

Maria Montessori è stata anche e soprattutto un nuovo modello pedagogico, una nuova visione del rapporto tra adulti e bambini. E in tale ambito ha esposto principi fondamentali e considerazioni sulla natura del bambino che hanno un valore primario, valide anche di fronte alla situazione attuale.

 

Giornata mondiale nella diversità culturale per il dialogo e lo sviluppo

Per quanto sopra ricordato sarebbe opportuno inserire una celebrazione a lei dedicata in occasione della giornata mondiale della diversità culturale per il dialogo e lo sviluppo il 21 maggio.

Di seguito alcune riflessioni su Maria Montessori, i suoi principi, il suo metodo educativo, che si ispirava proprio all’integrazione come accettazione reciproca tra soggetti diversi, non “vedendo” la diversità come barriera nella interazione e nella percezione dell’altro.

Maria aveva una visione cosmica dell’educazione, intesa come aiuto alla vita e perciò educazione alla pace, superando ogni tipo di ostacolo o barriera ideologica, di credo politico o religioso, di visione e concezione della vita.

Ella affermava che la convivenza e la Pace passano attraverso il riconoscimento ed il rispetto di ciascuno verso l’altro. E la sua analisi parte dalla considerazione delle qualità e delle capacità che riteneva innate nel bambino per poi degenerare nella interazione con il mondo adulto.

L’interculturalità è una condizione naturale del bambino, che non ha bisogno di riceverne insegnamento teorico. È una condizione mentale, interiore, che gli appartiene dalla nascita e che non significa omologazione, ma rispetto della diversità. Ed è questo il modello di Maria Montessori.

È il comportamento, l’agire quotidiano e la percezione dell’ambiente intorno a sé che fanno sentire al bambino di essere uguale a chi è “diverso” per cultura, tradizioni, religione, forma di pensiero. Il bambino non percepisce la diversità come un male, tutt’altro. Ne è incuriosito ma non in termini di pericolo o di inferiorità di alcuna natura. L’educazione alla pace non consiste in un continuo richiamo teorico all’uguaglianza, ma discende dai modelli comportamentali che lo circondano, individuali e sociali.

Il modello educativo di Maria Montessori si è diffuso in ogni parte del mondo e non appaia strano che risulti più presente, in rapporto alla popolazione, in certe parti del mondo. Questo dovrebbe far riflettere sulla diversità culturale tra popoli e sulla capacità di riconoscere quegli insegnamenti come vicini, fino alla ricerca di sé attraverso la meditazione e la capacità di osservare la spiritualità dell’altro, anche nel bambino.

Affermazione e riconoscimento delle diversità dunque, in una donna che ha saputo vedere e capire i processi psicologici che si sviluppano nell’uomo, ma soprattutto le distorsioni che l’evoluzione della nostra società stava determinando nei processi mentali, per recuperare, attraverso un nuovo modello educativo, i caratteri che nei bambini sono innati e primari.

E forse proprio i bambini possono restituirci la capacità di comprendere e accettare la diversità.

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