Oggi, 10 aprile 2020, ricorre il centenario della nascita di Nilde Iotti, politica e donna delle istituzioni che ha saputo fare la differenza nella storia della nostra Repubblica. Tra le madri della Costituzione italiana, è la prima ad aver ricoperto una delle tre massime cariche dello Stato, come Presidente della Camera dei Deputati.

Esempio per il nostro Paese, Nilde Iotti ci ricorda il ruolo dirimente che proprio le donne hanno avuto per arrivare all’Italia che conosciamo oggi, anche contribuendo a leggi che hanno migliorato la condizione femminile.

Ed è questo l’aspetto evidenziato da Livia Turco, Presidente della Fondazione Nilde Iotti, nell’incontro pubblico, al quale ho preso parte, tenutosi ad Osimo lo scorso 18 ottobre, per la presentazione del libro “Le leggi delle donne che hanno cambiato l’Italia”. Quell’iniziativa è stata occasione, proprio attraverso il ricordo della figura e dell’operato di Nilde Iotti, di promuovere una piena coscienza collettiva e un dibattito franco sull’agire politico delle donne, rispetto a temi legati alla rappresentanza di genere, compreso il coinvolgimento di competenze femminili in tutti i campi.

L’Italia, senza tutte quelle battaglie di emancipazione condotte dal dopoguerra in poi, oggi sarebbe senz’altro più indietro. E il cambiamento non va arrestato: c’è ancora tanto da fare in molti campi e non solo a livello nazionale.

L’istituto europeo per l’uguaglianza di genere (EIGE), ad esempio, pubblicando l’indice sull’uguaglianza di genere 2019 ha evidenziato che, “malgrado i risultati ottenuti negli scorsi decenni e le misure adottate dalla Commissione nel corso del suo mandato, i progressi verso un’effettiva uguaglianza sono molto lenti“.

Rimanendo in ambito europeo, va reso omaggio a Nilde Iotti anche ricordando che è stata una grande sostenitrice e pioniera dell’Europa. Di quell’Europa che – nonostante stia vivendo tempi duri a causa di Covid-19 – ha saputo garantire pace e prosperità dal secondo dopoguerra, portando dunque anche una trasformazione sociale positiva, che oggi sembriamo dimenticare, e che risale alla firma dei Trattati di Roma del 25 marzo 1957.

Una data, il 25 marzo, ricordata recentemente in quanto coincide con il giorno di nascita di Tina Anselmi, anche lei madre costituente, la prima donna a ricoprire un ruolo di ministro, firmataria della legge che ha istituito il Sistema sanitario nazionale.

I progressi voluti da Nilde Iotti, sia verso un’effettiva uguaglianza di genere che verso una piena integrazione europea – come ricordati anche da Livia Turco nell’incontro di Osimo – appaiono ancora molto lenti. Motivo in più per cui il ricordo del suo esempio dovrebbe esserci da stimolo e senz’altro per me lo è nelle attività che svolgo in ambito istituzionale.

Penso che donne e istituzioni devono condurre una lunga marcia per l’affermazione di quella “intelligenza invisibile” che, purtroppo, ancora oggi è l’universo femminile. Per questo il mio attuale impegno istituzionale è volto anche a rendere più visibile il contributo delle donne in ogni campo del sapere, con un particolare riferimento al tema “donne e STEM” (Scienza, Tecnologia, Ingegneria, Matematica), fondamentale per il progresso umano.

E questo nel ricordo delle madri costituenti, di donne come Nilde Iotti che, sostenitrice del suffragio universale e madre fondatrice della Repubblica italiana, ha segnato la storia del nostro Paese.

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