Sfide economiche e sociali presenti e future
L’Italia, come la conosciamo oggi, e tutte le organizzazioni statali che l’hanno preceduta sul territorio che occupa attualmente sono sempre state protagoniste nelle precedenti rivoluzioni industriali.
Protagonista quando l’acqua ed il vapore hanno costituito le prime forme di meccanizzazione favorendo l’apparizione dei primi telai. Il mondo non sarebbe stato come l’abbiamo vissuto e conosciuto nella sua fase di sviluppo dell’energia elettrica senza i contributi di Alessandro Volta o di Guglielmo Marconi. Così sono potuti aumentare ivolumi produttivi in maniera esponenziale, portandoci nel mondo della produzione di massa. Poi abbiamo agito e vissuto da protagonisti al momento dell’introduzione dell’informatica e dell’elettronica nei processi produttivi, che hanno condotto all’automazione industriale e flessibile così come alle varie forme di robotica.
Oggi – invece – l’ingresso nella fase della quarta rivoluzione industriale ci sta creando un po’ di problemi, perché si sta svolgendo in un contesto mondiale ben particolare. Siamo tra le Nazioni più ricche al mondo, la nostra società sta invecchiando, sul mercato internazionale dobbiamo confrontarci con nuovi temi di pressione interna come il populismo ed i tentativi di disgregazione dell’Europa. Ma subiamo anche pressioni esterne, come il terrorismo internazionale e la necessità di tener conto di un contesto mondiale nel quale sono comparsi nuovi attori internazionali lontani e capaci – nel mondo contemporaneo – di tenere testa al mondo Occidentale per quanto riguarda innovazione, accesso alle risorse economiche e accesso ai mercati internazionali.
Da un punto di vista interno, l’Italia ed i suoi partner europei sono schiacciati dalla lotta alla disoccupazione, povertà e precarietà, così come dalla necessità di aumentare il sostegno ai giovani che non formano più famiglie. I passi da giganti nelle questioni di parità di genere o nell’estensione dei diritti civili non si possono negare, ma gli effetti reali restano relativi, visto che il massiccio ingresso delle donne nel mondo del lavoro non si è ancora verificato. Per il tipo di società nella quale viviamo oggi, il livello di investimenti in formazione e ricerca restano pericolosamente molto bassi, finendo così per avere un impatto negativo sulla crescita economica, che finora abbiamo sempre conosciuto, sulle politiche della salute che nell’ambito della senilizzazione della nostra società acquisiranno un’importanza sempre maggiore.
Se invece pensiamo ai fattori di pressione esterni, bassi livelli di investimenti in molti ambiti e l’urgente bisogno di Equità fiscale e di una maggiore Cooperazione allo Sviluppo diventano un problema gravissimo e colpiscono anche le politiche di sicurezza.
Così come le migrazioni, che nascondono finora il grave fenomeno delle emigrazioni, costituiscono un punto importante di attenzione: non ci dobbiamo nascondere che in casa abbiamo molti problemi e molta voglia di protestare contro chi arriva, ci chiediamo perché a calcio non vinciamo più, mentre mettiamo la polvere sotto il tappeto quando si tratta di capire perché i nostri figli, sorelle e fratelli si trasferiscono all’estero in massa.
Il PD Marche sta prendendo le misure con questo mondo che non è semplicemente cambiato da molti anni e si sente finalmente pronto per affrontare questo mondo completamente nuovo con persone, donne e uomini, idee e visioni su argomenti come Industria 4.0, economia circolare, Aerospazio, Sharing Economy, Green Economy, Europa, Internazionalizzazione e Imprenditorialità. Ecco come possono e devono essere affrontate le nuove sfide sociali ed economiche.
Affrontare queste sfide nel contesto storico della quarta rivoluzione industriale (Big Data, Cloud e Internet delle cose) non è un compito semplice né facile. Ma come è stata realtà storica – viene sempre ribadito più volte – che siamo stati protagonisti delle prime tre rivoluzioni industriali, non esiste nessun impedimento oggettivo – in un paese nel quale le potenzialità e la creatività non sono mai mancate – per esserlo anche in quest’ultima rivoluzione.
Soprattutto se guardiamo alla nostra Storia e se pensiamo alla gran voglia di riscatto scaturita da una regione colpita più volte dal terremoto negli ultimi anni, ma che anche se rimane una piccola regione è in grado di produttore di tutto.
Adesso abbiamo il potere di agire “a qualsiasi ora e in qualunque punto del mondo”, ma a patto di riuscire a risolvere questioni legate alle piccole dimensioni delle aziende, all’accelerazione esponenziale dell’acquisizione delle competenze, due questioni alle quali il PD Marche aggiunge un fattore importante ed ignorato per molto tempo: la proiezione internazionale.