Nessuna contraddizione tra pandemia, solidarietà, imprenditorialità ed economia circolare.

Trasformare il destino dei “rifiuti” – che stanno caratterizzando negativamente il nostro attuale sistema economico che ha contribuito a portare “Pace e Prosperità” – è un imperativo di sopravvivenza per la società marchigiana, italiana e mondiale.

Il Comune di Osimo e il nostro paese in generale stanno all’avanguardia quando si parla e si tratta di raccolta rifiuti. Il prossimo traguardo è accelerarne il recupero, il riciclo e la condivisione.

L’obiettivo è chiaro: ridurre l’inquinamento ambientale, che ha già aggredito pesantemente spazi vitali come i mari e addirittura lo spazio, ed anche lo spreco di risorse agevolandone il risparmio.

Dobbiamo avere il coraggio di intraprendere questa strada con creatività e convinzione: questo è possibile per migliorare la qualità della vita senza rinunciare al principio di “sviluppo senza fratture”.

Su iniziativa di tre associazioni promotrici – Cittadinanzattiva, CNCA e CICA – che hanno messo in piedi il Progetto ESC, il 15 aprile 2021 si è aperto in rete, causa pandemia, il primo Festival dell’Economia Solidale Circolare. Nella sua dichiarazione introduttiva, la responsabile della rete giustizia per i diritti di Cittadinanza Attiva Laura Liberto ha parlato di “promuovere, praticare percorsi di produzione e di consumo sostenibili che siano capaci di coniugare il rispetto per l’ambiente e contemporaneamente il rispetto e l’attenzione per le persone, a cominciare dai soggetti che versano in condizione di svantaggio e di esclusione sociale”.

Come già ribadito più volte, per le Marche una convinta adesione all’economia circolare – e senza dimenticare l’avvenuta introduzione dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU in tutte le scuole del nostro comune di Osimo – non è soltanto un sano principio per salvare il nostro pianeta. Si tratta anche di un modo per contribuire alla trasformazione positiva, di lanciare la riconversione del nostro sistema industriale.

Altra possibilità che offre l’economia circolare è quella di promuovere l’imprenditoria femminile, oppure il fenomeno dei lavoratori che decidono di prendere in mano le redini delle loro o di altre imprese in difficoltà, facendo nascere così nuovi talenti e vocazioni imprenditoriali indirizzati, da subito, fin dal primo giorno del loro avvio, verso la sostenibilità.

La promozione del consumo responsabile dell’energia da parte degli Stati, dei governi e delle industrie, l’accettazione da parte dei cittadini di portare avanti un ritmo di vita più semplice e sostenibile, il lancio e il successo di idee imprenditoriali geniali hanno oggi reso possibile concetti come quello di prodotti come servizio. Invece di acquistare prodotti, siamo ormai orientati verso il loro mero utilizzo (prodotto come servizio e condivisione dei beni), e tutto questo contemporaneamente tra e per più persone. Il riciclo e il riuso permettono, in molti casi, anche di allungare il ciclo vita di un prodotto.

Ecco un’opportunità che non bisogna perdere e lanciarsi a testa bassa verso il futuro: il consumo dei beni da parte dei cittadini e un modo nuovo di produrre per le imprese marchigiane.

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