L’incertezza che si è venuta a creare circa il vincitore o meno delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti nel novembre 2020 ci proietta in un quadro internazionale ambiguo ed instabile e che, senza dubbio, ci porterà – ancora una volta – verso un mondo completamente nuovo a partire da fine gennaio 2021.
Uno dei segnali verso questa ipotesi è l’uscita dall’Accordo di Parigi sul Clima operata dal Presidente “uscente” e un notevole “ritardo” nelle congratulazioni di alcuni governi come quelli di Cina, Russia e Turchia in favore di quelli che, al momento, sembrano vincitori “apparenti”, cioè Joe Biden e la Vice Presidente Kamala Harris. Tempi duri, e non è finita qui. D’ora in poi, dobbiamo essere pronti per ogni evenienza.
La posta in gioco è altissima.
Non si tratta soltanto del rischio di numerosi conflitti che hanno il pianeta, il cibo, l’acqua o il petrolio come oggetti del contendere.
Non si tratta soltanto della problematica della divisione iniqua delle risorse alimentari nel mondo, in presenza di una popolazione che ha superato i 7 miliardi di abitanti di cui 4,7 miliardi circa non hanno accesso a Internet. Stiamo parlando di una popolazione mondiale che cresce ogni anno con proporzioni gigantesche. La Francia intera, ogni anno.
Nonostante le resistenze individuali e collettive che continuano a negare la realtà delle cose, i segnali del profondo cambiamento climatico e le catastrofi naturali non si contano più. Questo ovunque nel mondo.
L’ingresso nel XXI secolo ci ha presentato nuove sfide, alle quali dobbiamo adesso aggiungere la gestione della pandemia del Covid-19. Vale la pena ricordarne alcune, sapendo che tra queste vi sono sfide ecologiche e sfide umane, estremamente interconnesse fra di loro.
Urge trovare una leadership disposta a lottare e indirizzare le Marche verso la via del cambiamento. Ci sono opportunità, anche per il noto associazionismo marchigiano. Ma soprattutto perché è da questa lista di sfide che potranno continuare a crescere o avranno l’occasione di riconvertirsi le attuali o future imprese marchigiane di ogni categoria (storiche, PMI, nuove imprenditorialità, start up innovative, PMI innovative).
Questa è la lista non esaustiva delle sfide ecologiche. Il cambiamento climatico in generale, la distruzione della biodiversità, le difficoltà della vita negli oceani, la plastica negli oceani, l’inquinamento dell’industria del trasporto marittimo, il saccheggio degli oceani, la scomparsa di alcune specie utili per la biodiversità, la geoingegneria, la deforestazione, la scarsità di terreni coltivabili e l’accaparramento di terre, l’uso sconsiderato dei pesticidi, la scarsità di alcune risorse strategiche, l’inquinamento dell’aria, l’aumento e il riciclaggio dei nostri rifiuti, l’inquinamento di fiumi e torrenti, l’inquinamento diffuso del nostro pianeta, l’inquinamento dello spazio, le attività e le tecniche di sfruttamento delle risorse sottoterra e nei mari, la questione dell’allevamento intensivo e il problema delle scorie e dello stoccaggio dei rifiuti nucleari.
Questa è la lista non esaustiva delle sfide umane. L’esplosione demografica, le grandi e continue ondate migratorie dovute alla povertà e alle guerre, la disconnessione dell’uomo dalla natura, la sfida dell’alfabetizzazione, la corruzione e la criminalità organizzata, l’accesso ai servizi igienici, il “picco del petrolio” e la transizione energetica, l’emergenza di un “quarto mondo” finora nascosto agli occhi di tutti, il terrorismo religioso e politico, lo sfruttamento dei minori, lo sfruttamento e il mancato rispetto dei diritti delle donne, la schiavitù minorile e dei maggiorenni, l’abuso di animali, la sopravvivenza delle tribù e dei popoli che vivono in posti remoti, la sopravvivenza delle culture e delle lingue rare, la scarsità delle risorse idriche, la questione dei bambini soldato, l’emergenza e l’impatto dell’intelligenza artificiale, la resistenza agli antibiotici, gli OGM (organismi geneticamente modificati), le malattie endocrine, l’inquinamento elettromagnetico, le epidemie, la privatizzazione degli esseri viventi, il transumanesimo, i rischi legati alla fine della privacy, la sicurezza informatica (Cybersecurity), la corsa agli armamenti e i rischi di trasformare lo spazio in campo di battaglia.
Ma attenzione. Se è vero che abbiamo molti problemi, ci sono anche molte soluzioni. In effetti, il volume delle conoscenze tende a raddoppiare circa ogni cinque anni. Questo significa che abbiamo tutti gli strumenti, nonché le necessarie conoscenze (incluso il capitale umano marchigiano, le donne e i suoi quattro atenei) a nostra disposizione per trasformare questi pericoli in opportunità. Solo così siamo in grado di muoverci insieme e rapidamente verso soluzioni. Tuttavia, in questa missione tutt’altro che facile e semplice, serve un’apertura convinta verso la scienza e ripudiare apertamente finzioni e teorie del complotto, che ci impediscono di dirigersi rapidamente verso soluzioni accettate e condivise dal più alto numero possibile di attori. Serve dunque aprire la società alla scienza e la scienza alla società, e questo non solo nella Giornata mondiale della scienza per la pace e lo sviluppo che ogni anno ricorre il 10 novembre. La scienza va infatti considerato un fattore trasversale per lo sviluppo dei 17 Obiettivi ONU di Sviluppo Sostenibile di Agenda 2030.
Un esempio di soluzione rapida e fattibile è l’introduzione massiccia dell’economia circolare nelle Marche, che vede Marco Cappellini della Matrec di Ancona come precursore e come guida che ha già aperto la strada.
Dai rischi derivati dalla massiccia deforestazione, dal saccheggio delle risorse ittiche, dai continenti di plastica che galleggiano negli oceani, dall’inquinamento generale nei posti turistici o impensabili come le vette dell’Himalaya, alcune di queste sfide e problematiche si sono addirittura spostate al di là dell’atmosfera, come quella dei detriti spaziali.
Serve un luogo nel quale affrontare tutte queste sfide, unendo le forze tra amministrazione pubblica, cittadini, il mondo delle associazioni e le imprese marchigiane.
Affrontare le sfide umane ed ecologiche richiede la capacità e la volontà di cambiare.
Nelle Marche, abbiamo almeno due attori decisivi in grado di farlo da subito e che dovranno godere del sostegno e dell’indirizzo dall’amministrazione pubblica. Ci vuole senso di responsabilità e voglia di partecipazione da parte dei cittadini e volontà e capacità di sfruttare le opportunità da parte delle imprese. Perché uno dei primi compiti delle imprese è e resta quello di trovare soluzioni semplici ed economiche a problemi difficili e complessi.
Così, dalle Marche può e dovrà partire un modello di sviluppo in grado di evitare e/o eventualmente sanare le fratture, in grado di trasformare tutte queste sfide sociali ed economiche in un Nuovo Rinascimento Industriale.