Chi l’avrebbe mai detto?

Nei primi mesi del 2021, Il Governo Italiano si sta confrontando con un’emergenza mondiale, europea e nazionale senza precedenti. Si parla e si devono attuare “misure e regole per contrastare la diffusione del coronavirus” che richiedono un confronto con le autorità regionali, riunite nella Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, ed altre autorità e istituzioni che devono collaborare per tutelare la salute dei cittadini come prima priorità ed assicurare la rapida individuazione di “misure e regole per contrastare la diffusione del coronavirus” ed applicare le “Linee guida per la riapertura delle attività economiche e sociali”.

Questo comporta e comporterà dei momenti di “frizione” e criticità nella nostra vita politica e sociale, difficili da accettare e gestire. Queste frizioni sono inevitabili. Qui e adesso, si tratta solo di capire se e come il paese vuole superare rapidamente questo periodo di grave crisi, ancora aspettando il lancio e la fine di una campagna vaccinale che sembra rappresentare l’unica via di uscita da questa immensa tragedia.

Il territorio italico ne ha viste altre in passato. L’Italia non era ancora un paese unito inserito in un contesto come quello dell’Unione Europea né un attore economico e politico relativamente influente a livello mondiale. Tutti questi fattori ci devono confortare invece che disperarci.

Dire che sarà tutto facile sarebbe illusorio. Soprattutto quando si lotta contro un nemico invisibile e bisogna gestire una crisi sanitaria rispettando, allo stesso tempo, le regole base del Diritto alla Salute, il Diritto allo Studio, i principi della libera iniziativa economica privata, i principi della libera circolazione delle persone e delle merci, il rispetto delle pari opportunità e la Democrazia in generale.

Davanti a noi ci aspettano momenti difficili. Gestire le misure di contrasto al coronavirus, gestire la ripresa economica post pandemia e la campagna vaccinale in combinazione con tutte le nostre idee, principi, misure e leggi, non devono farci ignorare le altre cose da fare.

Con l’investitura tra pochi giorni del Presidente Joe Biden, nonostante i clamorosi fatti sanguinosi in una Democrazia Occidentale dovuti all’assalto della sede delle camere statunitensi a Capitol Hill, gli elettori degli USA – il paese più potente al mondo da un punto di vista politico-militare ed economico – hanno deciso a novembre 2020 per un inaspettato “nuovo corso”, che dovrebbe riportare il mondo sulla strada del multilateralismo e della protezione ambientale come interesse da difendere a livello globale.

Questa è una buona notizia, affrontare la sfida ambientale è una questione decisiva. La posta in gioco è molto alta: stiamo parlando della sopravvivenza del Pianeta, di eventi con conseguenze che possono colpirci nel medio periodo e addirittura nel breve in alcune fasce e zone del pianeta.

Il 2021 deve vedere il territorio marchigiano in primissima fila negli impegni che puntano a risolvere tutte le sfide sociali ed economiche ad oggi conosciute, a partire dalla priorità della “modernizzazione” del nostro territorio. Bisogna preparare il terreno per il Recovery Plan che punta a stimolare la ripresa e la resilienza economica post Covid.

Perché focalizzarci sul nostro territorio? Perché il paese e il Governo Italiano sono alle prese con questa emergenza nazionale senza precedenti e perché l’Unione Europea deve ancora decidere se, quando e come diventare – sempre di più – un attore internazionale, in modo da contribuire attivamente alla soluzione di questi problemi sociali e globali, con i quali siamo chiamati a confrontarci nei prossimi decenni.

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