Gli effetti della crisi sanitaria provocati dalla pandemia Covid-19 continuano ad espandersi sull’intero globo. La decapitazione di un insegnante di 47 anni nella città di Conflans-Sainte-Honorine in Francia, vittima del terrorismo estremista islamico, ci ricorda anche pericoli e incubi non ancora cancellati dalle nostre menti.

Le economie avanzate non sono (ancora) completamente collassate. Tuttavia, abbiamo dovuto modificare profondamente i nostri modi di lavorare, di insegnare/imparare, di trasportare merci/persone, di produrre, di fare la spesa, di beneficiare o di somministrare le cure e ci saranno ulteriori e maggiori impatti diretti e indiretti sulle persone, sulle cose, sulle imprese e sulla società. Soprattutto sul modo di viaggiare e il godersi il proprio tempo libero.

Dopo il solito gioco e la cattiva abitudine umana di accusarsi a vicenda su cause e responsabilità – com’è successo per la peste – ora è arrivato il momento di tirare le somme.

Le rotte commerciali affollate sono sicuramente state una delle cause di amplificazione del problema, ed è già successo in passato. In effetti, l’esperienza e l’analisi storica hanno permesso, in alcuni paesi, di prendere le misure giuste per salvare, in primo luogo, vite umane e, in secondo luogo, per cercare il più possibile di mettere in sicurezza il sistema economico.

Non è mancata la controversia. Anche questo fa parte della natura delle cose e di quella degli esseri umani. In passato, la problematica della pandemia tendeva a riguardare maggiormente il livello di consapevolezza sociale del fenomeno. Anche questa volta, non sono mancate le interpretazioni religiose o di altro genere. L’importante è che il confronto tra idee rimanga civile e non sfoci in violenza.

Anche se in questo momento storico sembra che a dominare sia la scienza, la catastrofe umanitaria non si è potuta evitare, ma solo limitare. Bisogna tenerne conto, guardare avanti e in qualche caso molto lontano.

Alcune sfide rimangono importanti e devono essere affrontate subito.

Dobbiamo finanziare e prenderci cura del personale che sostiene il nostro sistema sanitario e che cura gli over 65 anni che, in Italia, raggiungerà il 25% della popolazione. Bisogna affrontare molto rapidamente la necessità del maggior coinvolgimento delle donne nella società ed il loro apprendimento in materie scientifiche c.d. STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria, Matematica).

Lo spostamento del nostro sistema educativo in rete non deve far svanire il bisogno di internazionalizzazione del nostro sistema educativo tecnico ed universitario.

Come durante la conquista dello Spazio, che si è svolta in pieno conflitto del Vietnam, ora stiamo affrontando un cambiamento epocale. In effetti, la nostra civiltà sta continuando a svilupparsi verso lo spazio, rendendo la nostra vita sempre più dipendente dalle tecnologie spaziali.

Digitalizzazione e intelligenza artificiale si stanno facendo strada nella nostra società.

Abbiamo detto che bisogna guardare avanti, molto avanti.

Questo significa che è anche arrivato il momento di mettere insieme menti, metodi, tecniche per decidere – preferibilmente in un luogo dedicato – quali siano le nuove idee e i principi ai quali dare priorità e applicazione. Tutto questo se vogliamo garantire uno sviluppo senza frattura, nella società marchigiana, in quella italiana ed europea.

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