Se venisse chiesto di definire le Marche, tra le proposte da accogliere ci sarebbe anche “terra dove la bellezza incontra la scienza”. Storicamente molti scienziati marchigiani si sono distinti per apportare contributi vincenti nei loro rispettivi campi di ricerca e di attività a vantaggio dell’Italia. E’ nel nostro interesse come fatto di cultura generale ma anche beneficio per il nostro territorio andare a scovarli e valorizzarli. Questo potrebbe avere delle enormi ripercussioni positive su un marketing territoriale marchigiano che prende sempre più forma ed indirizzo strategico.

L’idea nasce a Roma, in occasione della visita fatta al Centro di Ricerca Progetto San Marco dell’Università La Sapienza, legato al progetto di Luigi Broglio – padre dell’astronautica italiana – al quale si interessò il marchigiano Presidente dell’ENI Ing. Enrico Mattei. Mettendo a disposizione al largo delle coste di Malindi una base di lancio per il satellite San Marco B, l’Ing. Mattei consentì all’Italia di essere la terza nazione al mondo alla conquista dello spazio. Accadeva il 26 aprile 1967.  A questo si deve aggiungere un altro importante e storico contributo, quello del marchigiano Giuseppe Occhialini, pioniere dell’astrofisica italiana, i cui studi sui raggi cosmici e la fisica dello spazio crearono le premesse per la nascita dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA).

Due figure importanti – Mattei ed Occhialini – da ricordare e valorizzare specialmente in questo 2019 in cui, oltre al bicentenario de L’Infinito di Giacomo Leopardi, ricorrono il 50° anniversario dello sbarco dell’uomo sulla luna, l’anno Unesco della tavola periodica degli elementi chimici, il 100° anniversario dell’Unione Astronomica Internazionale e quello dalla nascita di Giorgio Fuà nato ad Ancona il 19 maggio 1919, consigliere economico di Enrico Mattei (laurea ad honorem in chimica) e di Adriano Olivetti (ingegnere chimico). La NASA utilizzò proprio la Olivetti Programma 101 per pianificare lo sbarco dell’uomo sulla luna.

Ma valorizzare le Marche – e l’Italia – attraverso la divulgazione scientifica, declinata in particolare al tema spazio, non si ferma qui. Numerose sono le curiosità legate al mondo della letteratura, imprenditoriale, dell’arte ed anche quelle evocative dell’astronomia riferite ad asteroidi, crateri e satelliti dedicati ad importanti marchigiani. Ne ricordiamo alcune.

Dal punto di vista della letteratura Giacomo Leopardi, oltre L’Infinito, scrisse anche “Alla luna” e “Storia dell’Astronomia”; dal punto vista imprenditoriale la Somacis di Castelfidardo è la prima azienda italiana ed europea ad aver ottenuto il Nadcap, certificazione del settore aerospaziale; la Ekomusic Group con sede a Recanati, di cui nel 2019 ricorre il 60° anniversario dalla sua fondazione, è anche distributore ufficiale del marchio Brian May guitars. Quest’ultimo, nota figura leggendaria nel panorama musicale mondiale, è anche astrofisico ed ha contribuito all’istituzione dell’Asteroid Day, dettaglio che consente di ricordare come nello spazio si trovino anche asteroidi dedicati ad illustri marchigiani quali gli asteroidi Leopardi, Rossini, Medi e Raffaello. Per quest’ultimo, pittore urbinate di fama mondiale, il 2020 sarà un anno speciale per le celebrazioni e tra le curiosità merita ricordare che la prima scena dipinta nelle Stanze Vaticane è proprio il “primo moto”, con la personificazione della scienza astronomica.

Lo spazio per le Marche evoca non solo asteroidi ma anche crateri e satelliti. Tra i marchigiani ai quali sono dedicati sia asteroidi che crateri lunari ce ne sono ben due: De Vico e Volterra. E così troviamo cratere De Vico, nella faccia della luna visibile dalla terra, cratere Padre Matteo Ricci, cratere Asclepi e cratere Volterra, quest’ultimo nella fascia nascosta della luna, un tema sfidante se si considera che la Cina proprio nel 2019 l’ha raggiunta per la prima volta nella storia dell’uomo. Per scoprire un cratere dedicato ad una donna di scienza delle Marche bisogna far riferimento al pianeta Venere dove troviamo cratere Montessori. Tra i satelliti ricordiamo il satellite BeppoSax, dedicato ad Occhialini, e il più recente satellite italo-cinese a bordo della missione Cses (per studi elettromagnetici e sismici), nell’ambito della quale il rilevatore è realizzato da ricercatori italiani della “Collaborazione LiMadou” in onore di padre Matteo Ricci, nato a Macerata, missionario ed esploratore della Cina nel XVI secolo.

L’aerospazio per le Marche non significa solo curiosità: significa anche puntare i riflettori sulla necessità di attivare nuovi percorsi di formazione. Guardando ai dati aggiornati al 2019 dal sistema informativo statistico della Regione Marche relativi al tema “Istruzione, formazione e lavoro”, risulta che nell’anno di immatricolazione 2017/2018 nei quattro Atenei marchigiani risultano iscritte 25.773 donne rispetto ai 19.526 uomini. Si tratta di oltre 6.000 donne in più. Una sfida sociale, non solo economica, di cui tener conto e che richiede di creare le premesse per inserire in modo trasversale il binomio donne e STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) in tutti gli ambiti di politica pubblica e di riflettere sulle prospettive dell’altra metà del cielo marchigiano. Non sarà forse necessario in futuro avviare direttamente le donne verso percorsi speciali loro dedicati (con attività di apprendimento linguistico speciale in fase universitaria, attività preparatoria e di specializzazione accademica all’estero durante o subito dopo il diploma italiano di ogni grado e livello, attività di accompagnamento e di indirizzo speciale e/o specializzato nell’attività di ricerca scientifica pura e di ricerca nei settori speciali e strategici quali ricerca spaziale, industriale, medicina e farmaceutica, materiali e materie prime speciali) e verso percorsi alternativi rivolti all’imprenditoria femminile, alla ripresa di aziende marchigiane a rischio di estinzione da parte delle donne, nonché un avvio alla carriera imprenditoriale nei settori della ricerca e nei nuovi settori di punta tra i quali appunto l’aerospazio?

Aerospazio significa anche tecnologia e innovazione: per una regione come le Marche, abituata al manifatturiero, può rappresentare anche un settore strategico per il rilancio, la riconversione e lo sviluppo del tessuto imprenditoriale con la conseguente creazione di posti di lavoro. Serve scovare e mettere a sistema le imprese già impegnate su questo ambito sempre più competitivo.

Se ci chiedessimo quanto della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) sia stato costruito dall’Italia potremmo citare i moduli polivalenti di logistica (di cui uno denominato modulo Raffaello), la struttura di osservazione, i veicoli di rifornimento della stazione e persino l’acqua necessaria al funzionamento della ISS e alle esigenze degli occupanti. Curiosità significative proprio nel 2019 in cui – per la prima volta – il comandante dell’ISS sarà un italiano (Luca Parmitano), primato che si aggiunge a quello del 2001, l’anno in cui il primo astronauta europeo a visitare l’ISS fu ancora una volta un italiano (Umberto Guidoni).

Tutto questo potrà essere ricordato il 26 aprile – data storica per le scienze spaziali italiane – nella serata in cui a Recanati si svolgerà l’incontro “donne e scienza” nell’ambito di Galassica, il Festival dell’Astronomia giunto alla seconda edizione, che mi vedrà moderare gli interventi di donne di scienza come Patrizia Caraveo – astrofisica di fama mondiale, insignita dell’onorificenza di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, già direttore dell’Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica di Milano (IASF) fondato dal marchigiano Occhialini – e di Anna Wolter dell’ESO – Osservatorio Europeo Australe che fu diretto anche dall’italiano Riccardo Giacconi covincitore del premio Nobel alla fisica 2002 e laureatosi con Occhialini. A queste testimonianze si aggiungeranno anche quelle di donne marchigiane come l’ing. Silvia Sangiorgi dell’ESA – Agenzia Spaziale Europea le cui premesse, ricordiamo, furono poste dagli studi di Occhialini – l’astrofisica Francesca Faedi (Warwick) che scopre esopianeti e l’ing. aerospaziale Annalisa Pizzini simboli STEM.

Un appuntamento, quello di Recanati del 26 aprile, nel quale sarò moderatore come riconoscimento per le attività legate alla valorizzazione delle Marche – attraverso i temi divulgazione scientifica, donne e STEM – svolte in particolare nell’ultimo anno.  Ne cito alcune. Nel 2018, fondo l’associazione Spazio4Marche, impegnata nell’organizzazione dell’evento “Spazio al futuro” di San Marcello, appuntamento che ha riunito per la prima volta alcuni scienziati marchigiani per fare sistema con imprese, tra le quali Loccioni, startup, incubatori e istituzioni; propongo e modero, per Galassica 2018, l’incontro “Valorizzare le Marche: orizzonte aerospazio” con ingegneri aerospaziali marchigiani e Civitanavi System, già start up dell’anno e impegnata anche nel mercato della navigazione inerziale aerospaziale. Per la XIV Giornata delle Marche 2018 propongo il tema “donne, scienza e creatività: le Marche del futuro senza confini”; in occasione della seconda edizione di I Future, rassegna organizzata presso l’Istituto Campana di Osimo, porto all’attenzione degli organizzatori il tema astrofisica, poi accolto con la testimonianza di scienziati marchigiani e l’organizzazione di Nemesis Planetarium; concludo il 2018 partecipando all’Open Summit 2018 di Milano all’evento Unstoppable Women dal titolo “Science, innovation and leadership: the keys to the new feminism” per far conoscere a livello nazionale il fermento scientifico delle Marche con il contributo di Francesca Faedi.

Inauguro il 2019 portando all’attenzione del TG Marche il tema “Le Marche e lo spazio”, copertina realizzata il primo gennaio per l’evento mondiale riferito alla sonda Ultima Thule, seguito in diretta dall’astrofisica Faedi, poi coinvolta nei successivi appuntamenti di valorizzazione delle Marche quali: l’incontro “L’Infinito e ..interminati spazi” a Recanati, realizzato al Liceo Leopardi il 12 gennaio  per le celebrazioni dei cento anni dell’Unione Astronomica Internazionale (IAU), ricordando, nel bicentenario de L’Infinito, anche l’opera leopardiana “Storia dell’Astronomia”. Per la giornata internazionale ONU delle donne nella scienza, l’11 febbraio, ho ideato gli eventi “Le donne nella scienza” – coinvolgendo donne marchigiane in rappresentanza delle categorie STEM, organizzato dal Gruppo Donne/Confapi Ancona presieduta da una rappresentante della SH Sistemi con sede a San Biagio di Osimo – e l’evento “L’altra metà del cielo marchigiano” con l’ISTAO.

Per mantenere i riflettori accesi sul tema donne/STEM come mezzo per abbattere steccati di genere propongo incontri con le scuole in due date simboliche: 8 marzo e 12 aprile. L’8 marzo – giornata internazionale della donna – lancio l’idea, colta dall’Istituto Comprensivo Bruno da Osimo in collaborazione con Nemesis Planetarium, di celebrare in questa giornata anche una scoperta scientifica, la terza legge di Keplero, di cui ricorreva l’anniversario. Il 12 aprile – giornata internazionale dei voli dell’uomo nello spazio – promuovo il primo incontro tra scienza e managerialità presso il Polo Urbani di Porto Sant’Elpidio.

Agli eventi realizzati aggiungo due proposte: nel 2018 indico la candidatura di Marica Branchesi, astrofisica marchigiana tra le più influenti al mondo, a Picchio d’Oro 2018, la più alta onorificenza della Regione Marche, poi accolta dalla competente Commissione di assegnazione, e nel 2019 indico l’astrofisica Francesca Faedi per la candidatura al premio internazionale donna dell’anno della Valle D’Aosta, proposta poi presentata ufficialmente dalla Commissione per le pari opportunità tra uomo e donna della Regione Marche.

Durante il 2018 ho continuato a creare contaminazioni tra donne di scienza e luoghi di innovazione, quali spazi coworking e incubatori marchigiani con sede rispettivamente a Pesaro e Civitanova Marche, coinvolgendo anche rappresentanti delle istituzioni di Bruxelles relatori della sharing economy.

Il motivo di tutte queste attività in rapida successione?

Il rinascimento evoca città come Firenze e Roma ma è ad Urbino che trova la sua identità più profonda, rendendo le Marche la culla del rinascimento scientifico. E’ dunque tempo di valorizzare questa terra meravigliosa riscoprendo la storia di figli illustri – Guidobaldo del Monte, Commandino, Stelluti fondatore dell’Accademia dei Lincei, Rinaldini tra i soci fondatori dell’Accademia del Cimento, Volterra, Calzecchi Onesti, Mattei, Medi, Occhialini, Montessori, Padre Matteo Ricci, De Vico, ecc – per favorire contaminazioni tra scienza, arte, manifattura, creatività e innovazione, come accadeva nell’epoca del rinascimento alla Corte dei Montefeltro, in un luogo preciso come Palazzo Ducale di Urbino. Anche nell’epoca contemporanea serve un luogo di contaminazione e aggregazione: il Centro di Imprenditorialità Diffusa. Obiettivo? Dare spazio al futuro delle Marche.

La contaminazione è funzionale ad un nuovo “rinascimento industriale”: per farlo bisogna coinvolgere istituzioni, scuole, associazioni di categoria, le giovani generazioni, ed anche – in particolare – scienziati marchigiani dell’epoca contemporanea che ogni giorno mantengono alto il nome delle Marche in Italia e nel mondo. Ne cito alcuni scovati in questi mesi: Eugenio Coccia, Marica Branchesi, Ilaria Pascucci, Maria Massi, Francesco Tombesi, Vincenzo Vagnoni, Chiara Daraio, Nazzareno Mandolesi, Francesco Vissani e tanti altri, insieme alle donne marchigiane, Faedi, Sangiorgi, Pizzini, che saranno con me il 26 aprile 2019 a Recanati.

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